Suggerimenti e informazioni per viaggiare e vivere una Firenze insolita
ù
istruzioni per l’uso di Paola Capitani
Prima stesura in corso di aggiornamento
Indice
Cenni storici sul quartiere di Sant Ambrogio
Poesie
Ricette toscane
Aneddoti e
aforismi
Glossario
semiserio
. –
Le
gioie sono doni del destino e il loro valore è nel presente ma i
dolori sono la sorgente della conoscenza e il loro significato si
mostra
nel futuro (Steiner)
Cenni
storici sul quartiere di Sant Ambrogio
.
Chiesa
di Sant’Ambrogio
La chiesa è ricordata per la
prima volta nel 988 come edificio sorto nel luogo dove nel 393 sarebbe stato ospitato sant'Ambrogio in visita
a Firenze, ma forse è ancora più
antica, sorta forse nel VII secolo come cappella
di un convento femminile sorto a memoria del passaggio del santo. All'epoca del
santo vescovo milanese questa zona era fuori dalle mura, in aperta campagna, vicina
a una memoria sacra, la Croce del Giogo, che ricordava il luogo del martirio
di san Miniato. Un tabernacolo in terracotta policroma di Giovanni Della Robbia su un lato della piazza raffigura proprio il
vescovo milanese che benedice i passanti. Fino alla costruzione dell'ultima
cerchia muraria di Arnolfo di Cambio del 1284-1310, al di
fuori del centro cittadino in aperta campagna.
A qualche decennio posteriore
risale l'affresco della Madonna del latte in trono, coi santi
Bartolomeo e Giovanni, attribuito alla scuola di Andrea Orcagna (in passato
ritenuta anche opera di Agnolo Gaddi) sulla destra
vicino all'ingresso. La sinopia è stato staccata nel corso del restauro
conseguente all'alluvione del 1966, e adesso si
trova sulla parete anteriore della chiesa. Allo stesso periodo risalgono altri
affreschi come la Deposizione attribuita a Niccolò Gerini, un tempo dietro al quarto altare laterale di destra,
sotto la cui sinopia, pure staccata e posta sulla controfacciata interna, fu
ritrovato la sinopia di un affresco ancora più antico, un Sant'Onofrio attribuito
al Maestro
di Figline, oggi restituito alla sua
collocazione originaria. Altri affreschi trecenteschi più deteriorati sono un'Annunciazione di
scuola fiorentina dietro il primo altare a sinistra e un Martirio di
San Sebastiano, attribuito ad Agnolo Gaddi, posto vicino al primo altare di sinistra. Di
attribuzione a Lorenzo di Bicci è la pala della Madonna con bambino e
santi sulla cappella alla destra dell'altare, mentre la vicina pala
della Madonna in trono con bambino e santi, sulla parete di destra,
è attribuita a Giovanni di
Bartolomeo Cristiani
Cimitero
degli Inglesi
Il cimitero fu fatto edificare - in quanto
protestante - fuori delle mura cittadine su di una montagnola in prossimità
della porta a Pinti (oggi distrutta), a spese di una
società che rappresentava la Chiesa evangelica riformata svizzera e
che aveva acquistato l'area dal governo granducale nel 1827 per realizzare
un cimitero internazionale ed ecumenico, anche per i russi e i greco-ortodossi.
Prima di allora i non cattolici e
non ebrei che morivano a Firenze potevano essere sepolti solo a Livorno (all'antico cimitero degli inglesi). Carlo
Reishammer, allora giovane studente di architettura, disegnò per
primo quello che venne poi chiamato il cimitero "degli Inglesi", con
un recinto poligonale diverso dall'attuale[1].
Nel 1858 fu
eretta alla sommità della montagnola una colonna offerta da Federico Guglielmo IV di Prussia,
che tuttora segna l'incrocio tra i due principali vialetti inghiaiati che dividono
in quattro settori la superficie. Al 1860 è documentata
una ulteriore cessione di terreno per ampliare l'area cimiteriale che, in
questa stessa data, si arricchì ugualmente del semplice edificio che ancora
oggi nel segna l'entrata.
L'ingresso
Giuseppe
Poggi gli diede la sua attuale forma ovale quando a Firenze,
divenuta capitale d'Italia nel 1865, demolì le mura e
creò i viali di Circonvallazione,
ideando l'ovale di piazza Donatello con l'"isola"
cimiteriale. Il cimitero si definì quindi come area soprelevata al centro del
nuovo piazzale, delimitata dalle due corsie di scorrimento dei nuovi viali,
tanto da acquisire, in questo suo isolamento, l'appellativo di "isola dei
morti", appunto. Fu in questa occasione che all'originaria forma
poligonale si andò a sostituire l'attuale pianta ovale, più consona ad essere
lambita dagli assi stradali.
Nel 1877, essendo oramai il cimitero
compreso all'interno della nuova città, fu proibito alla comunità protestante
l'uso del luogo per nuove sepolture (recentemente ripreso) per cui per lungo
tempo l'isola mantenne inalterato il proprio carattere ottocentesco che ancora
fortemente la caratterizza: la comunità non cattolica da allora iniziò ad usare
il cimitero degli Allori in zona Galluzzo.
Le inumazioni tra il 1828 e il 1877 avevano d'altra
parte portato a saturare in buon parte l'isola, con la realizzazione i 1409
tombe riferibili a sedici nazioni diverse, con una prevalenza di inglesi (760
tombe), fatto che - assieme all'uso di identificare i protestanti con questi -
aveva portato a far definire dai fiorentini il cimitero come "degli
Inglesi", nonostante la proprietà svizzera.
La presenza di tombe coronate da statue o
da altri elementi scolpiti, l'irregolare disposizione delle sepolture, il
tracciato dei vialetti che salgono sulla montagnola, la presenza di una certa
varietà di essenze arboree ed arbustive, rendono il luogo di grande suggestione
e assolutamente rappresentativo di quella dimensione pittoresca che l'Ottocento
romantico - e in particolare la colonia di stranieri che aveva scelto Firenze
come seconda patria - coniugava con la storia medioevale e rinascimentale della
città.
Tra gli
interventi che hanno consentito la conservazione nel tempo del cimitero si
ricorda quello sommario ma complessivo della struttura promosso in cooperativa
con l'Azienda autonoma di turismo nel 1946 (a riparare i danni inferti da un bombardamento
americano), e i molti cantieri che negli ultimi decenni sono intervenuti sui
singoli monumenti e lapidi.
Questo giardino della memoria accoglie
1409 tombe di letterati, artisti, mercanti ed altre personalità di 16 nazioni
diverse, a documentare l'importanza e la vivacità anche culturale della colonia
degli stranieri protestanti nella città.
Fra le molte
persone famose sepolte ci sono: Elizabeth Barrett Browning (in una
tomba disegnata da Frederic
Leighton, opera di Luigi Giovannozzi), Walter Savage Landor, Francesca Alexander, Arthur Hugh Clough, Fanny Trollope con la
nuora Theodosia Garrow Trollope e altri tre membri della famiglia, Robert
Davidsohn, Isa Blagden, Southwood Smith, Hiram Powers,
Joel Tanner Hart, Theodore
Parker, Fanny, moglie di William Holman Hunt in una tomba scolpita
da lui stesso, Mary, figlia di John Roddam Spencer Stanhope, in una tomba
scolpita da lui stesso, Louise, sorella di Henry Adams,
la cui morte egli descrive nel capitolo 'Chaos' della The Education of
Henry Adams, due figli del pittore greco George Mignaty, uno dei
quali, Robert, ha dipinto Casa Guidi come
era quando Elizabeth Barrett Browning vi morì, Nadezhda De Santis, una schiava
nera della Nubia condotta
a Firenze a quattordici anni dalla spedizione condotta da Jean-François Champollion e Ippolito Rosellini tra il 1828 il 1829 in Egitto e Nubia, Beatrice
Shakespeare ed Edward Claude Shakespeare Clench, ultimi discendenti di William Shakespeare. Anche lo svizzero Giovan Pietro Vieusseux, fondatore
del Gabinetto Vieusseux nel quale tennero
lezioni anche John Ruskin, Fëdor Michajlovič Dostoevskij e Robert
Browning, è qui sepolto insieme allo storico connazionale Jacques Augustin Galiffe,
il quale, con Jean Charles Léonard Simondev de
Sismondi, fu tra i primi ricercatori di archivistica e genealogia.
Mercato
di Sant’Ambrogio
Progetti
urbanistici di Giuseppe Poggi prevedevano, dopo la
distruzione del Mercato Vecchio, la creazione di tre più
moderni poli di vendita al dettaglio in altrettante zone del centro storico:
il Mercato Centrale in San Lorenzo, il mercato di Sant'Ambrogio e
un mai realizzato mercato di San Frediano. Nel mercato di Sant'Ambrogio
dovevano confluire le attività del mercatino della piazza di San Pier Maggiore.
Approfittando della zona secolarizzata
dell'"Ortone" già delle monache di Santa Verdiana, si progettò una
piazza, piazza Ghiberti, al centro della quale fu
costruito uno stabile da mercato in ghisa e vetro da parte di Giuseppe
Mengoni, autore anche del mercato Centrale, sebbene qui si usò una
scala molto più piccola. Il mercato fu inaugurato nel 1873. Forse una
progettazione che sottostimava le esigenze del rione, si resero poi necessari
maggiori spazi, che si risolsero creando una serie di quattro pensiline attorno
alla struttura principale, sicuramente prive di un qualsiasi disegno estetico,
usate fuorti dagli orari di mercato come posteggio.
Pur avendo perso nel 1955 il ruolo di
mercato generale per la costruzione del nuovo mercato ortofrutticolo nell'area
di Novoli, il padiglione continua ancora oggi a
svolgere un ruolo fondamentale di vendita (e non solo di frutta e verdura) per
la popolazione residente nella zona. Al 1984 si data un
intervento di ristrutturazione e soprattutto di consolidamento, resosi
necessario per l'evidenziarsi di gravi dissesti nelle strutture metalliche e di
alcune fratture nelle colonne in ghisa, tanto da sollevare preoccupazione circa
la sicurezza dell'edificio.
Moschea
Caccia a una moschea
"provvisoria". A una sala di preghiera temporanea, in centro, per
porre fine allo scandalo dei fedeli costretti a pregare sul marciapiede di
Borgo Allegri in attesa di un nuovo centro islamico. E anche se il periodo non
è certo semplice quanto a rapporti con l'Islam, almeno 4 ipotesi, quattro
privati per proporre stabili da destinare a luogo di culto per i
musulmani.
Piazza
dei Ciompi
Dedicata ai protagonisti del Tumulto dei Ciompi, con i quali non ha niente a
che fare (si pensa solo che i frati della vicina Santa Croce dettero loro ospitalità
in più di una occasione), questa semplice piazzetta fu invece aperta solo negli
anni trenta del Novecento, quando si procedette a demolire alcuni isolati di
Santa Croce per un rinnovo ubanistico. Sospesi i lavori durante la guerra, la
piazza fu infine rinominata nel 1948, tra i lati
superstiti di via Pietrapiana, Borgo Allegri e via Michelangelo Buonarroti.
La piazza prese carattere solo negli anni
cinquanta, quando vi fu ricostruita la Loggia del
Pesce, un'architettura di Giorgio
Vasari già in Mercato
Vecchio della quale esistevano alcuni frammenti salvati e
conservati nel lapidario del Museo di San Marco. Questa loggia era stata
edificata nel Cinquecento quando i pesciaioli vennero fatti traslocare da
vicino al Ponte Vecchio (nell'odierna piazza del
Pesce), a causa dei non gradevoli effluvi e della sporcizia, soprattutto nel
momento in cui il granduca scelse il ponte per far passare il Corridoio vasariano. I lavori di rimontaggio
vennero eseguiti da Giulio Cesare Lensi Orlandi negli anni 50.
Nello stesso periodo venne inoltre creato
un mercatino delle pulci fisso, ospitato nelle bancarelle al centro della
piazza, stanzette coperte da una tettoia. Anche i negozi ai lati della piazza
sono spesso dedicati all'antiquariato e al bric-à-brac.
Questo angolo di Firenze, sebbene decaduto negli anni, conserva ancora un autentico
sapore rionale.
Nell'agosto 2006 un incendio
notturno ha danneggiato seriamente alcune bancarelle, rendendo urgente un
trasloco, che comunque era in previsione. Dal 2016 il mercatino si è spostato
nella vicina piazza Ghiberti, al mercato di Sant'Ambrogio, nel nuovo slargo di piazza Annigoni..
Sinagoga
via Farini
Nel 1868, David Levi,
presidente dell'Università Israelitica,
con legato testamentario destinava i suoi beni alla realizzazione di una
nuova Sinagoga fiorentina
e di un luogo di culto ebraico "degno della città". Con l'acquisto di
un terreno nei pressi del nuovo quartiere della Mattonaia e di piazza
d'Azeglio sorse il Tempio maggiore israelitico, sulla base di
progetti di Marco Treves, coadiuvato
dagli architetti Mariano Falcini e Vincenzo
Micheli e dall'ingegnere Eugenio Cioni, per la
notevole spesa di un milione di lire di
allora. La prima pietra, spedita da Gerusalemme,
fu posta il 30 giugno 1874 e l'inaugurazione ebbe luogo il 24 ottobre 1882
L'edificio
rivestito di travertino (bianco) e pomato rosa, è in stile moresco a
pianta centrale con cupola mediana e torri laterali con cupolette in facciata.
Rientra fra le sinagoghe dette "dell'emancipazione"
legate al periodo storico del laicismo statale dopo la Breccia di Porta Pia e la scomunica
del Regno d'Italia da parte di Papa Pio IX (1870), che limitando gli
influssi del cattolicesimo nella vita pubblica ebbe
come conseguenze anche quella di favorire le minoranze religiose, fino ad
allora relegate in secondo piano. Le sinagoghe di questa stagione furono in
genere progettate quindi come costruzioni indipendenti e non nascoste in
edifici per civile abitazione, come avveniva nei ghetti.
Ricette
tipiche toscane
Primi piatti
Gnudini di ricotta e spinaci - tortelli
senza essere avvolti dalla pasta fresca; di colore verde Gran farro -
Il farro è una specie di grano tenero e fu il primo frumento ad essere
introdotto in Italia, tanto che la parola “farina” deriva proprio dal suo nome
latino “far”. Fino a poco tempo fa era conosciuto solo localmente, ma oggi è
diventato un cereale di gran moda per insalate e minestre. v
Ribollita - La celebre ribollita, un caposaldo della cucina toscana, non può essere considerata una
Ribollita - La celebre ribollita, un caposaldo della cucina toscana, non può essere considerata una
ricetta a sé stante. Nella sua versione originale, infatti, altro non è che
una zuppa avanzata e ribollita
Secondi
Spezzatino
Stracotto
dal libro di ricette di Pellegrino Artusi
Dolci
Schiacciata alla fiorentina – soffice e profumato, questo dolce si trova a Firenze e dintorni nel periodo di carnevale; ricetta originaria dei festeggiamenti di Berlingaccio (giovedì di carnevale).
Torta mele
Schiacciata alla fiorentina – soffice e profumato, questo dolce si trova a Firenze e dintorni nel periodo di carnevale; ricetta originaria dei festeggiamenti di Berlingaccio (giovedì di carnevale).
Torta mele
Torta cioccolato
Ingredienti e
preparazione . Primi piatti
Gnudini di ricotta e spinaci
Ingredienti per 6 persone: 450 gr di ricotta di pecora· 450 gr di spinaci cotti· 2 uova 300 gr di pecorino stagionato 150 gr di pancetta 2 cucchiai d'olio farina salvia noce moscata· sale
Preparazione: amalgamate bene la ricotta, le spinaci strizzate e tritate, le uova sbattute, 200 gr di pecorino grattugiato e un pizzico di noce moscata, salate moderatamente. Bagnatevi le mani e ricavate dall'impasto delle palline del diametro di circa 2 cm che getterete nell'acqua salata bollente. Fate cuocere gli gnudini per 3-4 minuti, quindi ritirateli con la schiumarola e disponeteli sul piatto di portata. Nel frattempo, scaldate in una padellina l'olio insieme alla salvia e versatevi la pancetta tagliata a listarelle sottili. Appena la pancetta sarà cotta ritiratela dal fuoco e irrorateci gli gnudini, spolverate col restante pecorino grattugiato e portate subito in tavola
Ingredienti per 6 persone: 450 gr di ricotta di pecora· 450 gr di spinaci cotti· 2 uova 300 gr di pecorino stagionato 150 gr di pancetta 2 cucchiai d'olio farina salvia noce moscata· sale
Preparazione: amalgamate bene la ricotta, le spinaci strizzate e tritate, le uova sbattute, 200 gr di pecorino grattugiato e un pizzico di noce moscata, salate moderatamente. Bagnatevi le mani e ricavate dall'impasto delle palline del diametro di circa 2 cm che getterete nell'acqua salata bollente. Fate cuocere gli gnudini per 3-4 minuti, quindi ritirateli con la schiumarola e disponeteli sul piatto di portata. Nel frattempo, scaldate in una padellina l'olio insieme alla salvia e versatevi la pancetta tagliata a listarelle sottili. Appena la pancetta sarà cotta ritiratela dal fuoco e irrorateci gli gnudini, spolverate col restante pecorino grattugiato e portate subito in tavola
Gran Farro
Ingredienti: 200 gr di farro 400 gr di fagioli borlotti secchi 2-3 rametti di salvia olio d'oliva
· estratto granulare per brodo vegetale e per brodo di carne 2 salsicce 1 cipolla rossa 2 porri
· 3 costole di sedano· 1 carota 1 grosso mazzetto di timo, rosmarino e alloro 1 grosso pizzico di menta, maggiorana e basilico essiccati 1 bicchiere di vino bianco 3 spicchi di aglio 2 mazzetti di bietolona 2 mazzetti di spinaci · cavolo verza piccolino· radicchi di campo vari
Preparazione: rinvenire in acqua tiepida 200 gr di farro per 3-4 ore. In una pentola con acqua abbondante mettete 400 gr di fagioli borlotti secchi insieme a: 2-3 rametti di salvia; 3 spicchi di aglio; 4 cucchiai di olio d'oliva e 1 cucchiaino di estratto granulare per il brodo vegetale. Fate cuocere piano, coperto, fino a che i fagioli non cominciano a disfarsi. Togliete la pentola dal fuoco e mantenetela in luogo caldo. Prendete un'altra pentola e con 10-12 cucchiai di olio di oliva fate appassire 2 salsicce in precedenza spellate e finemente sbriciolate (per 3-4 minuti, fino a che non si sia fuso con il grasso). Aggiungete: 1 cipolla rossa; il bianco di 2 porri; 3 costole di sedano; 1 carota, tutti tagliati a pezzettini e un grosso mazzetto composto da 1 mazzolino di timo, 2 rametti di rosmarino e 2-3 foglie di alloro. Fate stufare a fuoco basso, coperto, per 18-20 minuti rigirando di tanto in tanto. Mettete nel frullatore 2 mestoli del brodo caldo dei fagioli, 1 bicchiere di vino bianco, 3 spicchi di aglio, 1 grosso pizzico di menta, maggiorana e basilico essiccati, 2 cucchiaini di estratto granulare per brodo di carne delicato e frullate bene fino a che tutto non sia perfettamente amalgamato. Versatelo nella pentola sul fondo in cottura, rigirate e amalgamate con cura, alzate leggermente il fuoco, fate cuocere altri 15 minuti, scoperto, e rigirate ancora ogni tanto. Aggiungete anche: 2 mazzetti di bietolona; 2 mazzetti di spinaci; cavolo verza piccolino e qualche cespo di radicchi di campo vari, il tutto tagliato a pezzetti. Quindi, dopo aver di nuovo rigirato e amalgamato bene, riprendere il bollore, abbassate il fuoco, coprite e cuocete per altri 30 minuti. Mettete i fagioli, mantenuti in caldo nel restante loro brodo di cottura, nel frullatore fino ad ottenere un insieme spesso, liquido, e mescolate nella pentola con le verdure. Versate anche il grano farro ben scolato dall'acqua in cui è stato fatto rinvenire. Fate cuocere ancora per 40-45 minuti rigirando spesso. Servite la zuppa in terrine individuali irrorata di olio extravergine di oliva toscano.
Ingredienti: 200 gr di farro 400 gr di fagioli borlotti secchi 2-3 rametti di salvia olio d'oliva
· estratto granulare per brodo vegetale e per brodo di carne 2 salsicce 1 cipolla rossa 2 porri
· 3 costole di sedano· 1 carota 1 grosso mazzetto di timo, rosmarino e alloro 1 grosso pizzico di menta, maggiorana e basilico essiccati 1 bicchiere di vino bianco 3 spicchi di aglio 2 mazzetti di bietolona 2 mazzetti di spinaci · cavolo verza piccolino· radicchi di campo vari
Preparazione: rinvenire in acqua tiepida 200 gr di farro per 3-4 ore. In una pentola con acqua abbondante mettete 400 gr di fagioli borlotti secchi insieme a: 2-3 rametti di salvia; 3 spicchi di aglio; 4 cucchiai di olio d'oliva e 1 cucchiaino di estratto granulare per il brodo vegetale. Fate cuocere piano, coperto, fino a che i fagioli non cominciano a disfarsi. Togliete la pentola dal fuoco e mantenetela in luogo caldo. Prendete un'altra pentola e con 10-12 cucchiai di olio di oliva fate appassire 2 salsicce in precedenza spellate e finemente sbriciolate (per 3-4 minuti, fino a che non si sia fuso con il grasso). Aggiungete: 1 cipolla rossa; il bianco di 2 porri; 3 costole di sedano; 1 carota, tutti tagliati a pezzettini e un grosso mazzetto composto da 1 mazzolino di timo, 2 rametti di rosmarino e 2-3 foglie di alloro. Fate stufare a fuoco basso, coperto, per 18-20 minuti rigirando di tanto in tanto. Mettete nel frullatore 2 mestoli del brodo caldo dei fagioli, 1 bicchiere di vino bianco, 3 spicchi di aglio, 1 grosso pizzico di menta, maggiorana e basilico essiccati, 2 cucchiaini di estratto granulare per brodo di carne delicato e frullate bene fino a che tutto non sia perfettamente amalgamato. Versatelo nella pentola sul fondo in cottura, rigirate e amalgamate con cura, alzate leggermente il fuoco, fate cuocere altri 15 minuti, scoperto, e rigirate ancora ogni tanto. Aggiungete anche: 2 mazzetti di bietolona; 2 mazzetti di spinaci; cavolo verza piccolino e qualche cespo di radicchi di campo vari, il tutto tagliato a pezzetti. Quindi, dopo aver di nuovo rigirato e amalgamato bene, riprendere il bollore, abbassate il fuoco, coprite e cuocete per altri 30 minuti. Mettete i fagioli, mantenuti in caldo nel restante loro brodo di cottura, nel frullatore fino ad ottenere un insieme spesso, liquido, e mescolate nella pentola con le verdure. Versate anche il grano farro ben scolato dall'acqua in cui è stato fatto rinvenire. Fate cuocere ancora per 40-45 minuti rigirando spesso. Servite la zuppa in terrine individuali irrorata di olio extravergine di oliva toscano.
Ribollita
Ingredienti:· brodo di fagioli e verdure olio extra vergine d'oliva toscano pane toscano raffermo
Preparazione: predisponete la zuppa di pane (il brodo di fagioli e verdura a pezzi preparato in precedenza) in un tegame di coccio con pareti alte e mettendovi dentro tanto olio d'oliva extravergine toscano. Aggiungete poi 3-4 mestoli del brodo denso di fagioli e verdure ben caldo e, sopra a questo (che si sarà mescolato con l'olio) diverse fettine di pane toscano raffermo tagliate fini, distese in modo ordinato sì da formare un suolo omogeneo di 4-5 cm. Ripetete l'operazione (escluso l'olio) con altrettanto brodo di verdure e fettine di pane una seconda volta, quindi ricoprite con altro brodo ancora badando che il livello della zuppa sia abbondantemente più basso dell'altezza dei bordi del tegame. Lasciate rinvenire per un'ora. Mettete il tegame a fuoco medio-basso, coperto, e fate riprendere il bollore, rimuovendo ogni tanto, con un mestolo di legno, da non lasciarlo attaccare sul fondo; occorreranno 5-6 minuti. Mescolate e l'insieme per amalgamare pane, olio e brodo di verdura il più possibile e cuocete a fuoco bassissimo per altri 3-4 minuti. Rimescolate con cura in modo da ottenere un impasto omogeneo tipo polenta piuttosto soda e continuate per circa 15 minuti. A questo punto alzate decisamente la fiamma in modo da accelerare il bollore, e rimescolate energicamente, facendo attenzione a non far bruciacchiare nulla. Indicativamente questa seconda parte di cottura può durare anche 30 minuti. Disponete la ribollita in capaci piatti rustici, irroratela di olio extravergine di oliva toscano e servire bollente accompagnata da un Chianti Colli Fiorentini.
Ingredienti:· brodo di fagioli e verdure olio extra vergine d'oliva toscano pane toscano raffermo
Preparazione: predisponete la zuppa di pane (il brodo di fagioli e verdura a pezzi preparato in precedenza) in un tegame di coccio con pareti alte e mettendovi dentro tanto olio d'oliva extravergine toscano. Aggiungete poi 3-4 mestoli del brodo denso di fagioli e verdure ben caldo e, sopra a questo (che si sarà mescolato con l'olio) diverse fettine di pane toscano raffermo tagliate fini, distese in modo ordinato sì da formare un suolo omogeneo di 4-5 cm. Ripetete l'operazione (escluso l'olio) con altrettanto brodo di verdure e fettine di pane una seconda volta, quindi ricoprite con altro brodo ancora badando che il livello della zuppa sia abbondantemente più basso dell'altezza dei bordi del tegame. Lasciate rinvenire per un'ora. Mettete il tegame a fuoco medio-basso, coperto, e fate riprendere il bollore, rimuovendo ogni tanto, con un mestolo di legno, da non lasciarlo attaccare sul fondo; occorreranno 5-6 minuti. Mescolate e l'insieme per amalgamare pane, olio e brodo di verdura il più possibile e cuocete a fuoco bassissimo per altri 3-4 minuti. Rimescolate con cura in modo da ottenere un impasto omogeneo tipo polenta piuttosto soda e continuate per circa 15 minuti. A questo punto alzate decisamente la fiamma in modo da accelerare il bollore, e rimescolate energicamente, facendo attenzione a non far bruciacchiare nulla. Indicativamente questa seconda parte di cottura può durare anche 30 minuti. Disponete la ribollita in capaci piatti rustici, irroratela di olio extravergine di oliva toscano e servire bollente accompagnata da un Chianti Colli Fiorentini.
. con
una forchetta. Cuoceteli per pochi minuti in abbondante acqua salata e condite
con burro fuso e parmigiano. Tempo di preparazione: circa 3 ore
DOLCI
Schiacciata alla fiorentina
Ingredienti: 250 gr farina, 200 gr zucchero. 4 cucchiai olio di semi o arachidi. 7 cucchiai latte tiepido, 2 uova. Il succo e la scorza grattugiata di un'aranci. 1 bustina di lievit0 · zucchero a velo
Preparazione: Sbattete le uova e mescolate tutti gli ingredienti tranne lo zucchero a velo, aggiungendo il lievito per ultimo. Otterrete una pastella abbastanza liquida. Versatela in una teglia rettangolare di 20x25 cm e in forno a 180°C per 20-30 minuti o fino a quando uno stuzzicadenti inserito nel centro del dolce non esca asciutto. Lasciate che la schiacciata si raffreddi, toglietela dalla teglia, e spolveratela di zucchero a velo.
Ingredienti: 250 gr farina, 200 gr zucchero. 4 cucchiai olio di semi o arachidi. 7 cucchiai latte tiepido, 2 uova. Il succo e la scorza grattugiata di un'aranci. 1 bustina di lievit0 · zucchero a velo
Preparazione: Sbattete le uova e mescolate tutti gli ingredienti tranne lo zucchero a velo, aggiungendo il lievito per ultimo. Otterrete una pastella abbastanza liquida. Versatela in una teglia rettangolare di 20x25 cm e in forno a 180°C per 20-30 minuti o fino a quando uno stuzzicadenti inserito nel centro del dolce non esca asciutto. Lasciate che la schiacciata si raffreddi, toglietela dalla teglia, e spolveratela di zucchero a velo.
Farcitura per Schiacciata alla Fiorentina
Ingredienti della Crema Pasticcera· 6 cucchiai di farina, 150 gr zucchero, 1 bacca di vaniglia (o 1 busta di vanillina), i tuorli di 6 uova freschissime 500 ml latte intero 1 pizzico di sale
Preparazione: scaldate 375 ml del latte su fuoco lento con la vaniglia. frustate i tuorli, poi aggiungete la farina a pioggia da un colino, continuando a frustare dolcemente perché non si formino grumi. Aggiungete lo zucchero, il latte restante. Eliminate la bacca di vaniglia, e aggiungete il latte al composto di uova e zucchero, frustando con dolcezza. Versate la crema nel pentolino e rimettetela sul fuoco, scaldandola a fiamma bassa e girandola dolcemente fin quando non accenna a bollire. Contate fino a 120, girando dolcemente, ed è fatta. Versatela in una terrina e lasciatela freddare, girandola per evitare che si formi una pellicina in superficie. Quando schiacciata e crema saranno raffreddate, tagliate la schiacciata in due strati, stendete la crema sullo strato sottostante e ricoprite il tutto con lo strato superiore; quindi spolverate con zucchero a velo.
Ingredienti della Crema Pasticcera· 6 cucchiai di farina, 150 gr zucchero, 1 bacca di vaniglia (o 1 busta di vanillina), i tuorli di 6 uova freschissime 500 ml latte intero 1 pizzico di sale
Preparazione: scaldate 375 ml del latte su fuoco lento con la vaniglia. frustate i tuorli, poi aggiungete la farina a pioggia da un colino, continuando a frustare dolcemente perché non si formino grumi. Aggiungete lo zucchero, il latte restante. Eliminate la bacca di vaniglia, e aggiungete il latte al composto di uova e zucchero, frustando con dolcezza. Versate la crema nel pentolino e rimettetela sul fuoco, scaldandola a fiamma bassa e girandola dolcemente fin quando non accenna a bollire. Contate fino a 120, girando dolcemente, ed è fatta. Versatela in una terrina e lasciatela freddare, girandola per evitare che si formi una pellicina in superficie. Quando schiacciata e crema saranno raffreddate, tagliate la schiacciata in due strati, stendete la crema sullo strato sottostante e ricoprite il tutto con lo strato superiore; quindi spolverate con zucchero a velo.
Poesie
di Paola Capitani
Viaggiare
Senza
meta e senza tempo
per comunicare e confrontare
ammirare e fuggire nuovamente
alla ricerca di sensazioni
per una fame di sapere
e superare il monotono quotidiano.
Scarperia (agosto 2012)
Eleganza di
stile
Sobrietà di
linee
cotto e pietra serena
pochi guizzi architettonici
essenziali e scarni
un insieme che lascia muti
per
quanto l’uomo ha realizzato
senza tecnologia
solo con arte e cultura
e soprattutto il gusto del bello.
La realtà va reinventata ogni giorno
(Federico
Fellini)
Cucchiaiata fiorentina
(marzo 2012)
Un panorama
fiorente
quella visione per pochi
misteriosa e fantastica.
Languidamente
distesa
tra le colline
abitate un tempo da etruschi e romani
la città riposa in silenzio
dove troneggiano i campanili e le torri,
le cupole della sinagoga e della cattedrale.
Un brano di storia tranquillo
nelle ore pomeridiane
giornata di primavera, fiori colorati
occhieggiano complici
dai bordi delle siepi.
Chi non si muove
non può rendersi conto
delle catene (Rosa Luxembourg)
Caccia medicea (Scarperia, 2012)
La
neve avvolge i campi
nel freddo pungente
i cani fiutano ingordi
i cavalli inquieti
nitriscono fremendo.
I
cacciatori scrutano ogni piccolo movimento
che sveli il bersaglio.
Tutto
è fermo
nel gelo dell’aria mattutina.
Lorenzo
guida il manipolo
dei giovani signori bramosi di preda.
La fortuna non esiste. Esiste il momento in cui il talento
incontra l opportunità Filosofo
grecoa
Cucchiaiata fiorentina (2012)
Visione
per pochi
misteriosa e fantastica.
distesa tra le colline
abitate da etruschi e romani.
La città
riposa in silenzio,
campanili e torri,
cupole della sinagoga e della cattedrale.
Un brano
di storia tranquillo
nelle ore pomeridiane
in una giornata di primavera
dove i fiori colorati occhieggiano
complici.
Religioni a confronto (2011)
Due
cupole diverse, due civiltà differenti,
apparse per magia alla finestra.
Nella
imponente rotondità:
una verde, ebraica, una rossa, cattolica,
un saggio elegante Palazzo Vecchio,
paciere nelle controversie di sempre,
occasioni di confronto e comprensione.
Crespino sul Lamone (Mugello, 2011)
Alberi
di cristallo, case ovattate,
strade silenziose e complici,
una
colata di glassa.
Paesaggio
nordico affascina per il silenzio,
atmosfera insolita,
magiche visioni, colte dal treno in corsa.
Brani di
panorami unici,
il silenzio dona pace e serenità,
a chi sa vedere oltre il gelo e la neve,
e ammira rapito,visioni di sapore nordico.
Cortile del Bargello (2010)
Il
violino implora con le sue note acute.
Il
pianoforte profondo e accogliente
stabilisce accordi e regole
in un crescendo emozionante
la calma segue la schermaglia amorosa
gli accordi del piano sussurrano
melodie romantiche
alle quali il violino non sa resistere
divincolandosi in scuse solo apparenti.
Un
duetto di emozioni all’unisono
vola per le volte del Bargello
intrigando tra le mute statue,
le pietre complici di arcani misfatti.
Non arrenderti mai per
realizzare i tuoi desideri (Flavia Bevilacqua)
Scoppio del carro (Terrazza via Roma, 2009)
Il lento
andare dei buoi,bianchi e massicci,
dai languidi occhi enigmatici,
coronati con fasci di fiori di campo,
trascinano, flemmatici,
il “brindellone”, maestoso e solido.
Il
corteo, le chiarine, i tamburi
accompagnano l’incedere delle contadine,
fiere nei semplici abiti, verso il sagrato,
dove gli sbandieratori accolgono i prelati
dal Battistero entrano solenni in Cattedrale.
Al
Gloria la colombina dall’altare al carro,
incendiando girandole e mortaretti,
in un bagliore di luci sfavillanti,
colori e applausi e torna all’altare.
L’esito
positivo annuncia prosperosi raccolti.
Immagini
colte da una terrazza magica
sui tetti, a un passo dai monumenti,
Sinagoga fiorentina (2008)
Sirene,
urla, pianti di bimbi,
silenzio, angoscia, paura.
Attimi
infiniti di vite stroncate,
di desideri sopiti, illusioni bruciate.
Nel
silenzio della sinagoga
austera, solenne, accogliente, imponente,
la vita oggi scorre serena
augurando un domani migliore
un’armonia di intenti
la pace tra i popoli, nello stesso
quartiere
tra moschea e chiese cattoliche.
La creatività è qualcosa di
sospeso che sboccia sempre tra il pensiero e un sogno (anonimo)
Dal Poggio Imperiale (2008)
Re e
nobili, regine e cavalieri
si scambiano convenevoli
nei saloni del palazzo volano le note
agili verso gli alti soffitti.
tra stucchi e lampadari in intrecci musicali
che dona pace e serenità.
Gli
accordi studiati e le armonie composte
per ascoltatori di ieri, a distanza di
anni,
un divertimento per chi ama musica e arte
e in silenzio medita romantiche memorie.
Firenze
è adagiata lungo il fiume
dall’alto la sua maestosa visione
che la contiene in un magico abbraccio.
Palazzo Strozzi (2008)
Passi
felpati tra bracieri ardenti.
I cani
riposano quieti
sul pavimento del salone.
Giullari
e menestrelli
allietano le tavole imbandite
di dame e cavalieri che si guardano
con civetteria ammiccante.
Il fuoco
nel camino spande profumo di legna.
Le
fiamme illuminano la mensa.
Nostalgiche
emozioni di un tempo che fu.
Se hai un sogno devi difenderlo
Forte
Belvedere (2006)
La città riposa dopo la giornata lavorativa
chiude le imposte sulla nottata.
Il Forte
la protegge
sopra i cipressi, i pini e gli ulivi.
Una
paciosa luna piena guarda enigmatica
la vallata ancora frenetica.
San
Miniato brilla alla luce del tramonto
un raggio di sole ormai debole
fiammeggia sull’oro dei mosaici sacri.
Luci e
ombre del mattino (2002)
Erano lì
entrambi: imponenti, magici,
dominanti sulla quieta e addormentata città.
Lui, il
cupolone, gonfio e superbo
per la sua aggraziata rotondità.
Lei, San
Miniato, eterea e levigata,
col suo elegante completo bianco e nero,
signorile e femminile come sempre.
La luce
elettrica nel buio del mattino
fa risaltare le loro figure, solide e
sobrie.
Improvvisamente
l’uomo li ha oscurati,
impaurito
dalla elegante bellezza,
dalla impareggiabile potenza.
Nel buio
del mattino
una sagoma della vitalità,
una traccia indelebile della loro storia.
Tuffati nello stupore e nella
meraviglia senza limiti, così potrai essere senza limiti (...)
Scosta le sbarre della
prigione, sfonda i muri, evadi dalle definizioni. Respirerai.
(Ionesco “Il re muore”)
Ponte Vecchio (2001)
La luce
rosata all'orizzonte
fa risaltare una nuvola, adagiata mollemente
sui tetti dei palazzi aristocratici.
Dal lato
opposto il Ponte Vecchio
decorato da luci sfavillanti.
Le
arcate si riflettono nel fiume:
specchio di vita quotidiana
incorniciata in una inebriante serenità.
David (2000)
La tua acerba nudità,
forte nella
massiccia struttura,
guizzante nel piglio del viso,
tradisce una età adulta dalla mano,
sproporzionata per la tua efebica testa.
Simbolo
di maschia bellezza
guardi dall’alto chi ti contempla
estasiato,
un’istintiva ammirazione nel tuo torace
e nella piega dell’inguine.
Il tuo sguardo fiero avrebbe atterrito
chiunque,
non solo Golia,
colpito da quel gesto furbesco,
infantile e rapido.
Imparare è un’esperienza, il resto è solo
informazione (Albert Einstein)
Giardino Bargellini (2000)
L'aria è
datata, storica, misteriosa:
folletti, elfi, cavalieri, dame, giullari
intrecciano danze e suonano carole.
Dalla
bambuserie la testa bionda
di una fata ammiccante, invita a giochi
casti
in compagnia dei suoi amici stravaganti.
L'alta
pianta, al centro del giardino,
protegge con le complici fronde
e ristora dal sole rovente o dalla pioggia.
Dal
loggiato festoni di fiori multicolori
inneggiano alla bellezza e alla grazia,
tra le languide note del pianoforte.
Il
campanile di Santa Croce elegante e austero
sopra l'intero complesso, guarda severo
la
bava rossastra all'orizzonte.
Una nuova giornata si è chiusa,
un domani nuovo protetto da gesti violenti,
dal portone ligneo, solido e massiccio.
Ho
paura solo di quello che non capisco
(De
André)
Ponte Vecchio (1999)
La luce
rosata all'orizzonte, una nuvola,
sui tetti dei palazzi aristocratici.
l'elegante Ponte Vecchio con luci
sfavillanti,
imponente nella sua struttura.
Le
arcate geometriche riflessi nel fiume,
scorre tranquillo: specchio quotidiano,
incorniciato in una inebriante serenità.
Santa Croce (1999)
L'imponente
cattedrale solida e slanciata
verso la luna, che pare attenderla
nei suoi spazi siderali.
La
pietra semplice e fiera
i marmi bianchi e neri levigati dal tempo,
coronati dallo svettante campanile.
Immagine
concreta di sentimenti,
di fede e di pietà, che ognuno sente
a dispetto dei nuovi credi.
Insolite visioni (Porta Romana 1999)
Dalla
grata una città diversa,
uno spicchio di panorama
dove in una manciata sono compresi
torri, guglie, rotondità.
Fotogramma che milioni di turisti
in coda bramano vedere.
Sulle
mura cittadine, ieri pesanti armature,
alabarde luccicanti, oggi rumore di passi
in silenzioso rispetto della storia.
Dalle
feritoie, un tempo, olio e pece bollente
oggi si ammirano immagini confuse
colte da inusuali postazioni.
Il
silenzio si coniuga con l'ambiente
la
città stordisce con il suo rumore
qui ci si abbandona al tempo che fu,
ad un semplice richiamo della fantasia.
L’avaro contempla ciò che
possiede, il saggio possiede ciò che contempla
Torre di Arnolfo (1998)
Elegante, austera, nella nebbia mattutina,
come una donna coperta da un asciugamano
quando esce dalla vasca da bagno,
coperta solo di calda umidità.
Alta, la
tua sagoma severa
sopra gli edifici vicini, pace e
tranquillità,
sovrane nelle ore dei solitari insonni,
dei romantici e degli eccentrici.
Solo noi
conosciamo il fascino
della complicità di strade e piazze deserte,
dove risuona il rumore dei passi,
mentre i primi profumi volano nell'aria.
Alba fiorentina (1998)
La luna si aggrappa agli alberi
della Costa
San Giorgio, ritarda la sua uscita di
scena,
mentre a est il sole infuoca l’orizzonte.
La città appare regale ed
elegante,
non deturpata dalla folla dei turisti,
che rovinano i suoi perfetti lineamenti.
Una
severa ed elegante aristocratica signora
abbrutita da folle di predatori
che spesso vedono banali oggetti.
Faccio sempre ciò che non so
fare, perimparare come va fatta (Van Gogh)
Proverbi e aneddoti e detti toscani
A bocca
chiusa non entrano mosche
A
domandare si va a Roma
A
ogni poeta manca un verso
Amicizia
di grand'uomo e vino di fiasco, la mattina è buono e la sera è guasto
Anche
la polvere, se la calpesti, si solleva
Bisognino
fa trottar la vecchia
Un
cane fisso, un amante volante
Chi
di verde si veste di sua beltà si fida
Chi
ha 30 un l’ha a 50 un l’aspetti
Chi
la fa l’aspetti
Come
il bucato della Maria Oliva che la ci metteva una pulce morta e la rilevava
viva.
Come
il cambrì non ha dritto né rovescio
Dalle
querce non vengono castagne
Da
Montelupo si vede Capraia, Dio crea i coglioni e poi l’appaia
Dico
a te nuora per te suocera
L’esperienza
serve come un pettine senza denti
Mangia
il fumo alle candele
Non
so se mi rigiro disse quello sdraiato sulla spalletta dell’Arno
Non
so se mi spiego disse il giornale
Perché
il coglion un se n’avvegga una calda e una fredda
Sarà
meglio mettere le mani avanti disse quello che cadeva a bocconi
Si
fa prima a saltarla che a girarci intorno
Tanto
tuonò che piovve
Tanto
va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino
Vendere
il ghiaccio agli eschimesi
vedi
libro – Storie in tavola e Pellegino artusi
Glossario semiserio
Brache
intese come chiacchiere
Brindellone
Cacastecchi
Cenci,
dolce di frittelle per Carnevale note altrove come Chiacchiere, Sfrappole, ecc.
Ceppicone
Drusiana
Ganzo,
Bravo, Valido
Gingillarmeggi,
perrditempo
Mica
Nesci
.. che non capisce
Pinzochera.
non maritata
Tentennabricchi,
tentennone Non discutere mai con l’ignorante ci rimetterai
FIRENZE INSOLITA PROGRAMMA DI VIAGGIO
Primo giorno
Mercato di Sant'Ambrogio molto caratteristica con il
vicino mercato e la sinagoga.
Museo Bardini Stefano
Bardini (1836-1922), il più autorevole antiquario italiano che dopo anni di
intensa attività commerciale, decise di trasformare la propria collezione in
museo e di donarla al Comune di Firenze. Il palazzo, sede del museo, fu
acquistato e ristrutturato dallo stesso Bardini nel 1881 per svolgere la
propria attività antiquariale.
zona di San
Niccolò , un quartiere di Firenze che ha completamente conservato la sua
atmosfera medievale: con le massicce mura del XIII secolo ancora intatte e le
sue stradine acciottolate, questo assomiglia ad un piccolo borgo toscano, con i
piccoli locali dove si può bere e sostare e dove sembra di essere tornati
indietro nel tempo.
Santa Croce, con la grande piazza e la chiesa
francescana, resa celebre per i Sepolcri del Foscolo e le memorie in essa
contenuta.
AQUA FLOR negozio di profumi in Borgo Santa Croce nel
palazzo Antinori, che impiega materie prime naturali e rare
personalizzabili attraverso la scelta della fragranza, dell'odore a cui
ciascuno di noi è legato, di saponi biologici, creme per la cura del corpo,
bagni vegetali e sali da bagno. .
Secondo giorno
visita inizia con la facciata esterna Duomo guidati dal
Prof. Giuseppe Conti, matematico che ha scritto delle recensioni sul
Brunelleschi e sulle scoperte effettuate circa la realizzazione della cupola.
Palazzo Vecchio, e le sue stanze e corridoi segreti.
Ponte Vecchio, via Guicciardini, l'
Oltrarno, la chiesa di Santa Felicita, anche quartiere caratteristico con
fulcro nella piazza Santo Spirito e nell'omonima chiesa. Qui, nel cuore di San
Frediano,
Museo degli Argenti a Palazzo Pitti, dove attraverso le
stanze considerate il quartiere d'estate, destinate alle udienze granducali,
potremo ammirare i tesori medicei. via
Maggio, Ponte Santa Trinita e via Tornabuoni, il salotto di Firenze , Palazzo
Strozzi, uno dei più chiari esempi di dimora rinascimentale.
Visita alla Cappella Rucellai, annesso al Museo Marino
Marini. via dell'Oriolo per gustare
l'aperitivo presso la biblioteca delle Oblate. La Biblioteca delle Oblate è una
biblioteca di pubblica lettura, inaugurata il 25 maggio 2007, nel centro di
Firenze a pochi passi da Piazza Duomo, ospitata nel suggestivo ex-convento
trecentesco delle Oblate dal quale trae la sua denominazione. La congregazione
delle Oblate, operante nell'antistante ospedale di Santa Maria Nuova, era
dedita all'assistenza delle malate e ad una serie di attività necessarie a
tutte la struttura ospedaliera. Da qui godremo di una vista straordinaria della
cupola del Duomo.
Terzo giorno
Colazione in hotel.
Mattinata dedicata alla visita di Fiesole, con l'antica
città romana, l'area archeologica,il museo e la cittadina e la
caratteristica piazza e salita con panorama mozzafiato su Firenze.
Mercato di San Lorenzo,
Visita dello straordinario complesso di Santa Maria
Novella, chiesa, chiostri e nuovi ambienti da poco riaperti. La conoscenza
teologica dei domenicani fece si che qui si istituisse l'antica università dove
studio' anche Dante Alighieri. Visiteremo anche la celebre farmacia ,
facente parte del complesso , fondata nel 1612 , ancora attiva è
considerata la più antica d'Europa. Celebre per i suoi profumi e prodotti come
il famoso liquore Alchermes o il profumo per ambiente fatto con le
erbe toscane e i fiori dei nostri prati. C'è anche un piccolo museo
annesso con le antiche presse per seccare i fiori e le erbe medicinali.
Altri itinerari
Cascine parco a nord di Firenze
Chiesa di Santa Maria Maddalena
dei Pazzi
Cimitero degli Allori . Galluzzo
Ciminitero degli Inglesi Piazza
Donatello
Forte Belvedere
Giardino di Boboli
Istituto degli Innocenti
Istituto Geografico Militare
Museo archeologico
Museo Davanzati
Museo del Novecento
Museo Ferragamo
Museo Gucci
Museo Horne
Museo Zeffirelli
Palazzo Corsini
Palazzo Martelli – Via dei Conti
Palazzo Pittgi
Palazzo Pucci
Palazzo Strozzi
Piazzale Michelangelo
Specola
Teatro Comunale – Corso Italia
Teatro del Sale – via dei Macci
Teatro della Pergola . Via della Pergola
Teatro Niccolini – Via Ricasoli
Terrazza panoramica Istituto Innocenti . Piazza ss.
Annunziata
Terrazza panoramica Rinascente . Piazza della Repubblica
ristoranti consigliati:
La casalinga in piazza S.Spirito
Cantina Allegri Borgo Alleghi
Gilda
bistrot Piazza Ghiberti
La pentola
dell'oro, in via di mezzo
Rocco, Mercato di Santambrogio
Skipeer via Alfani
Trattoria
Cesarino, via Niccolini
caffè
Giubbe
Rosse – storico caffe letterario in piazza della Repubblica
Patzokski
-, Piazza della Repubblica
Rivoire
– Piazza Signoria
Robiglio
– Via dei Servi
Scudieri
. Piazza del Duomno
Teatro Niccolini con bar, libreria e bagno al
piano terreno
e video con
proiezioni sul Museo dell’Opera del Duomo
Paola Capitani – Giullari senza fissa dimora
coordinati da Paola Capitani
Un gruppo di amici che
da anni intrattengono il pubblico con scenette, canzoni, anenità per portare
serenità e sorriso a che ne ha bisogno
Commenti
Posta un commento