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Firenze insolita-- alcune idee per vivere una Firenze particolare

Suggerimenti e informazioni per viaggiare e vivere una Firenze insolita
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      istruzioni per l’uso di Paola Capitani  
Prima stesura in corso di aggiornamento
                      
Indice
Cenni storici  sul quartiere di Sant Ambrogio
Poesie
Ricette toscane
Aneddoti e aforismi
Glossario semiserio

     . –
                                         Le gioie sono doni del destino e il loro valore è nel presente                                                         ma i dolori sono la sorgente della conoscenza e il loro significato si
                                         mostra nel futuro (Steiner)

   Cenni storici sul quartiere di Sant Ambrogio
.
Chiesa di Sant’Ambrogio
  
   La chiesa è ricordata per la prima volta nel 988 come edificio sorto nel luogo dove nel 393 sarebbe stato ospitato sant'Ambrogio in visita a Firenze, ma forse è ancora più antica, sorta forse nel VII secolo come cappella di un convento femminile sorto a memoria del passaggio del santo. All'epoca del santo vescovo milanese questa zona era fuori dalle mura, in aperta campagna, vicina a una memoria sacra, la Croce del Giogo, che ricordava il luogo del martirio di san MiniatoUn tabernacolo in terracotta policroma di Giovanni Della Robbia su un lato della piazza raffigura proprio il vescovo milanese che benedice i passanti. Fino alla costruzione dell'ultima cerchia muraria di Arnolfo di Cambio del 1284-1310, al di fuori del centro cittadino in aperta campagna.
A qualche decennio posteriore risale l'affresco della Madonna del latte in trono, coi santi Bartolomeo e Giovanni, attribuito alla scuola di Andrea Orcagna (in passato ritenuta anche opera di Agnolo Gaddi) sulla destra vicino all'ingresso. La sinopia è stato staccata nel corso del restauro conseguente all'alluvione del 1966, e adesso si trova sulla parete anteriore della chiesa. Allo stesso periodo risalgono altri affreschi come la Deposizione attribuita a Niccolò Gerini, un tempo dietro al quarto altare laterale di destra, sotto la cui sinopia, pure staccata e posta sulla controfacciata interna, fu ritrovato la sinopia di un affresco ancora più antico, un Sant'Onofrio attribuito al Maestro di Figline, oggi restituito alla sua collocazione originaria. Altri affreschi trecenteschi più deteriorati sono un'Annunciazione di scuola fiorentina dietro il primo altare a sinistra e un Martirio di San Sebastiano, attribuito ad Agnolo Gaddi, posto vicino al primo altare di sinistra. Di attribuzione a Lorenzo di Bicci è la pala della Madonna con bambino e santi sulla cappella alla destra dell'altare, mentre la vicina pala della Madonna in trono con bambino e santi, sulla parete di destra, è attribuita a Giovanni di Bartolomeo Cristiani

Cimitero degli Inglesi
     Il cimitero fu fatto edificare - in quanto protestante - fuori delle mura cittadine su di una montagnola in prossimità della porta a Pinti (oggi distrutta), a spese di una società che rappresentava la Chiesa evangelica riformata svizzera e che aveva acquistato l'area dal governo granducale nel 1827 per realizzare un cimitero internazionale ed ecumenico, anche per i russi e i greco-ortodossi. Prima di allora i non cattolici e non ebrei che morivano a Firenze potevano essere sepolti solo a Livorno (all'antico cimitero degli inglesi). Carlo Reishammer, allora giovane studente di architettura, disegnò per primo quello che venne poi chiamato il cimitero "degli Inglesi", con un recinto poligonale diverso dall'attuale[1]. Nel 1858 fu eretta alla sommità della montagnola una colonna offerta da Federico Guglielmo IV di Prussia, che tuttora segna l'incrocio tra i due principali vialetti inghiaiati che dividono in quattro settori la superficie. Al 1860 è documentata una ulteriore cessione di terreno per ampliare l'area cimiteriale che, in questa stessa data, si arricchì ugualmente del semplice edificio che ancora oggi nel segna l'entrata.
                                                                         L'ingresso
    Giuseppe Poggi gli diede la sua attuale forma ovale quando a Firenze, divenuta capitale d'Italia nel 1865, demolì le mura e creò i viali di Circonvallazione, ideando l'ovale di piazza Donatello con l'"isola" cimiteriale. Il cimitero si definì quindi come area soprelevata al centro del nuovo piazzale, delimitata dalle due corsie di scorrimento dei nuovi viali, tanto da acquisire, in questo suo isolamento, l'appellativo di "isola dei morti", appunto. Fu in questa occasione che all'originaria forma poligonale si andò a sostituire l'attuale pianta ovale, più consona ad essere lambita dagli assi stradali.
    Nel 1877, essendo oramai il cimitero compreso all'interno della nuova città, fu proibito alla comunità protestante l'uso del luogo per nuove sepolture (recentemente ripreso) per cui per lungo tempo l'isola mantenne inalterato il proprio carattere ottocentesco che ancora fortemente la caratterizza: la comunità non cattolica da allora iniziò ad usare il cimitero degli Allori in zona Galluzzo.
     Le inumazioni tra il 1828 e il 1877 avevano d'altra parte portato a saturare in buon parte l'isola, con la realizzazione i 1409 tombe riferibili a sedici nazioni diverse, con una prevalenza di inglesi (760 tombe), fatto che - assieme all'uso di identificare i protestanti con questi - aveva portato a far definire dai fiorentini il cimitero come "degli Inglesi", nonostante la proprietà svizzera.
     La presenza di tombe coronate da statue o da altri elementi scolpiti, l'irregolare disposizione delle sepolture, il tracciato dei vialetti che salgono sulla montagnola, la presenza di una certa varietà di essenze arboree ed arbustive, rendono il luogo di grande suggestione e assolutamente rappresentativo di quella dimensione pittoresca che l'Ottocento romantico - e in particolare la colonia di stranieri che aveva scelto Firenze come seconda patria - coniugava con la storia medioevale e rinascimentale della città.
    Tra gli interventi che hanno consentito la conservazione nel tempo del cimitero si ricorda quello sommario ma complessivo della struttura promosso in cooperativa con l'Azienda autonoma di turismo nel 1946 (a riparare i danni inferti da un bombardamento americano), e i molti cantieri che negli ultimi decenni sono intervenuti sui singoli monumenti e lapidi.
      Questo giardino della memoria accoglie 1409 tombe di letterati, artisti, mercanti ed altre personalità di 16 nazioni diverse, a documentare l'importanza e la vivacità anche culturale della colonia degli stranieri protestanti nella città.
Fra le molte persone famose sepolte ci sono: Elizabeth Barrett Browning (in una tomba disegnata da Frederic Leighton, opera di Luigi Giovannozzi), Walter Savage Landor, Francesca Alexander, Arthur Hugh Clough, Fanny Trollope con la nuora Theodosia Garrow Trollope e altri tre membri della famiglia, Robert Davidsohn, Isa Blagden, Southwood Smith, Hiram Powers, Joel Tanner Hart, Theodore Parker, Fanny, moglie di William Holman Hunt in una tomba scolpita da lui stesso, Mary, figlia di John Roddam Spencer Stanhope, in una tomba scolpita da lui stesso, Louise, sorella di Henry Adams, la cui morte egli descrive nel capitolo 'Chaos' della The Education of Henry Adams, due figli del pittore greco George Mignaty, uno dei quali, Robert, ha dipinto Casa Guidi come era quando Elizabeth Barrett Browning vi morì, Nadezhda De Santis, una schiava nera della Nubia condotta a Firenze a quattordici anni dalla spedizione condotta da Jean-François Champollion e Ippolito Rosellini tra il  1828 il 1829 in Egitto e Nubia, Beatrice Shakespeare ed Edward Claude Shakespeare Clench, ultimi discendenti di William Shakespeare. Anche lo svizzero Giovan Pietro Vieusseux, fondatore del Gabinetto Vieusseux nel quale tennero lezioni anche John RuskinFëdor Michajlovič Dostoevskij e Robert Browning, è qui sepolto insieme allo storico connazionale Jacques Augustin Galiffe, il quale, con Jean Charles Léonard Simondev de Sismondi, fu tra i primi ricercatori di archivistica e genealogia.
Mercato di Sant’Ambrogio
   Progetti urbanistici di Giuseppe Poggi prevedevano, dopo la distruzione del Mercato Vecchio, la creazione di tre più moderni poli di vendita al dettaglio in altrettante zone del centro storico: il Mercato Centrale in San Lorenzo, il mercato di Sant'Ambrogio e un mai realizzato mercato di San Frediano. Nel mercato di Sant'Ambrogio dovevano confluire le attività del mercatino della piazza di San Pier Maggiore.
    Approfittando della zona secolarizzata dell'"Ortone" già delle monache di Santa Verdiana, si progettò una piazza, piazza Ghiberti, al centro della quale fu costruito uno stabile da mercato in ghisa e vetro da parte di Giuseppe Mengoni, autore anche del mercato Centrale, sebbene qui si usò una scala molto più piccola. Il mercato fu inaugurato nel 1873. Forse una progettazione che sottostimava le esigenze del rione, si resero poi necessari maggiori spazi, che si risolsero creando una serie di quattro pensiline attorno alla struttura principale, sicuramente prive di un qualsiasi disegno estetico, usate fuorti dagli orari di mercato come posteggio.
    Pur avendo perso nel 1955 il ruolo di mercato generale per la costruzione del nuovo mercato ortofrutticolo nell'area di Novoli, il padiglione continua ancora oggi a svolgere un ruolo fondamentale di vendita (e non solo di frutta e verdura) per la popolazione residente nella zona. Al 1984 si data un intervento di ristrutturazione e soprattutto di consolidamento, resosi necessario per l'evidenziarsi di gravi dissesti nelle strutture metalliche e di alcune fratture nelle colonne in ghisa, tanto da sollevare preoccupazione circa la sicurezza dell'edificio.
Moschea
    Caccia a una moschea "provvisoria". A una sala di preghiera temporanea, in centro, per porre fine allo scandalo dei fedeli costretti a pregare sul marciapiede di Borgo Allegri in attesa di un nuovo centro islamico. E anche se il periodo non è certo semplice quanto a rapporti con l'Islam, almeno 4 ipotesi, quattro privati per proporre stabili da destinare a luogo di culto per i musulmani. 
Piazza dei Ciompi
     Dedicata ai protagonisti del Tumulto dei Ciompi, con i quali non ha niente a che fare (si pensa solo che i frati della vicina Santa Croce dettero loro ospitalità in più di una occasione), questa semplice piazzetta fu invece aperta solo negli anni trenta del Novecento, quando si procedette a demolire alcuni isolati di Santa Croce per un rinnovo ubanistico. Sospesi i lavori durante la guerra, la piazza fu infine rinominata nel 1948, tra i lati superstiti di via PietrapianaBorgo Allegri e via Michelangelo Buonarroti.
     La piazza prese carattere solo negli anni cinquanta, quando vi fu ricostruita la Loggia del Pesce, un'architettura di Giorgio Vasari già in Mercato Vecchio della quale esistevano alcuni frammenti salvati e conservati nel lapidario del Museo di San Marco. Questa loggia era stata edificata nel Cinquecento quando i pesciaioli vennero fatti traslocare da vicino al Ponte Vecchio (nell'odierna piazza del Pesce), a causa dei non gradevoli effluvi e della sporcizia, soprattutto nel momento in cui il granduca scelse il ponte per far passare il Corridoio vasariano. I lavori di rimontaggio vennero eseguiti da Giulio Cesare Lensi Orlandi negli anni 50.
     Nello stesso periodo venne inoltre creato un mercatino delle pulci fisso, ospitato nelle bancarelle al centro della piazza, stanzette coperte da una tettoia. Anche i negozi ai lati della piazza sono spesso dedicati all'antiquariato e al bric-à-brac. Questo angolo di Firenze, sebbene decaduto negli anni, conserva ancora un autentico sapore rionale.
     Nell'agosto 2006 un incendio notturno ha danneggiato seriamente alcune bancarelle, rendendo urgente un trasloco, che comunque era in previsione. Dal 2016 il mercatino si è spostato nella vicina piazza Ghiberti, al mercato di Sant'Ambrogio, nel nuovo slargo di piazza Annigoni..

Sinagoga via Farini
    Nel 1868David Levi, presidente dell'Università Israelitica, con legato testamentario destinava i suoi beni alla realizzazione di una nuova Sinagoga fiorentina e di un luogo di culto ebraico "degno della città". Con l'acquisto di un terreno nei pressi del nuovo quartiere della Mattonaia e di piazza d'Azeglio sorse il Tempio maggiore israelitico, sulla base di progetti di Marco Treves, coadiuvato dagli architetti Mariano Falcini e Vincenzo Micheli e dall'ingegnere Eugenio Cioni, per la notevole spesa di un milione di lire di allora. La prima pietra, spedita da Gerusalemme, fu posta il 30 giugno 1874 e l'inaugurazione ebbe luogo il 24 ottobre 1882
     L'edificio rivestito di travertino (bianco) e pomato rosa, è in stile moresco a pianta centrale con cupola mediana e torri laterali con cupolette in facciata. Rientra fra le sinagoghe dette "dell'emancipazione" legate al periodo storico del laicismo statale dopo la Breccia di Porta Pia e la scomunica del Regno d'Italia da parte di Papa Pio IX (1870), che limitando gli influssi del cattolicesimo nella vita pubblica ebbe come conseguenze anche quella di favorire le minoranze religiose, fino ad allora relegate in secondo piano. Le sinagoghe di questa stagione furono in genere progettate quindi come costruzioni indipendenti e non nascoste in edifici per civile abitazione, come avveniva nei ghetti.
Ricette tipiche toscane
Primi piatti
Gnudini di ricotta e spinaci - tortelli senza essere avvolti dalla pasta fresca; di colore verde Gran farro - Il farro è una specie di grano tenero e fu il primo frumento ad essere introdotto in Italia, tanto che la parola “farina” deriva proprio dal suo nome latino “far”. Fino a poco tempo fa era conosciuto solo localmente, ma oggi è diventato un cereale di gran moda per insalate e minestre.  v
Ribollita - La celebre ribollita, un caposaldo della cucina toscana, non può essere considerata una    
ricetta a sé stante. Nella sua versione originale, infatti, altro non è che una zuppa avanzata e ribollita

Secondi
Spezzatino
Stracotto
   dal libro di ricette di Pellegrino Artusi

Dolci

Schiacciata alla fiorentina – soffice e profumato, questo dolce si trova a Firenze e dintorni nel periodo di carnevale; ricetta originaria dei festeggiamenti di Berlingaccio (giovedì di carnevale). 
  
Torta mele
Torta cioccolato



                      Ingredienti e preparazione . Primi piatti
Gnudini di ricotta e spinaci 
Ingredienti per 6 persone:  450 gr di ricotta di pecora· 450 gr di spinaci cotti· 2 uova 300 gr di pecorino stagionato 150 gr di pancetta 2 cucchiai d'olio  farina  salvia  noce moscata· sale
Preparazione: amalgamate bene la ricotta, le spinaci strizzate e tritate, le uova sbattute, 200 gr di pecorino grattugiato e un pizzico di noce moscata, salate moderatamente. Bagnatevi le mani e ricavate dall'impasto delle palline del diametro di circa 2 cm che getterete nell'acqua salata bollente. Fate cuocere gli gnudini per 3-4 minuti, quindi ritirateli con la schiumarola e disponeteli sul piatto di portata. Nel frattempo, scaldate in una padellina l'olio insieme alla salvia e versatevi la pancetta tagliata a listarelle sottili. Appena la pancetta sarà cotta ritiratela dal fuoco e irrorateci gli gnudini, spolverate col restante pecorino grattugiato e portate subito in tavola
Gran Farro 
Ingredienti: 200 gr di farro  400 gr di fagioli borlotti secchi  2-3 rametti di salvia   olio d'oliva
· estratto granulare per brodo vegetale e per brodo di carne   2 salsicce  1 cipolla rossa  2 porri
· 3 costole di sedano· 1 carota 1 grosso mazzetto di timo, rosmarino e alloro  1 grosso pizzico di menta, maggiorana e basilico essiccati 1 bicchiere di vino bianco  3 spicchi di aglio  2 mazzetti di bietolona  2 mazzetti di spinaci · cavolo verza piccolino· radicchi di campo vari
Preparazione: rinvenire in acqua tiepida 200 gr di farro per 3-4 ore. In una pentola con acqua abbondante mettete 400 gr di fagioli borlotti secchi insieme a: 2-3 rametti di salvia; 3 spicchi di aglio; 4 cucchiai di olio d'oliva e 1 cucchiaino di estratto granulare per il brodo vegetale. Fate cuocere piano, coperto, fino a che i fagioli non cominciano a disfarsi. Togliete la pentola dal fuoco e mantenetela in luogo caldo. Prendete un'altra pentola e con 10-12 cucchiai di olio di oliva fate appassire 2 salsicce in precedenza spellate e finemente sbriciolate (per 3-4 minuti, fino a che non si sia fuso con il grasso). Aggiungete: 1 cipolla rossa; il bianco di 2 porri; 3 costole di sedano; 1 carota, tutti tagliati a pezzettini e un grosso mazzetto composto da 1 mazzolino di timo, 2 rametti di rosmarino e 2-3 foglie di alloro. Fate stufare a fuoco basso, coperto, per 18-20 minuti rigirando di tanto in tanto. Mettete nel frullatore 2 mestoli del brodo caldo dei fagioli, 1 bicchiere di vino bianco, 3 spicchi di aglio, 1 grosso pizzico di menta, maggiorana e basilico essiccati, 2 cucchiaini di estratto granulare per brodo di carne delicato e frullate bene fino a che tutto non sia perfettamente amalgamato. Versatelo nella pentola sul fondo in cottura, rigirate e amalgamate con cura, alzate leggermente il fuoco, fate cuocere altri 15 minuti, scoperto, e rigirate ancora ogni tanto. Aggiungete anche: 2 mazzetti di bietolona; 2 mazzetti di spinaci; cavolo verza piccolino e qualche cespo di radicchi di campo vari, il tutto tagliato a pezzetti. Quindi, dopo aver di nuovo rigirato e amalgamato bene, riprendere il bollore, abbassate il fuoco, coprite e cuocete per altri 30 minuti. Mettete i fagioli, mantenuti in caldo nel restante loro brodo di cottura, nel frullatore fino ad ottenere un insieme spesso, liquido, e mescolate nella pentola con le verdure. Versate anche il grano farro ben scolato dall'acqua in cui è stato fatto rinvenire. Fate cuocere ancora per 40-45 minuti rigirando spesso. Servite la zuppa in terrine individuali irrorata di olio extravergine di oliva toscano.
Ribollita
Ingredienti:· brodo di fagioli e verdure  olio extra vergine d'oliva toscano   pane toscano raffermo
Preparazione: predisponete la zuppa di pane (il brodo di fagioli e verdura a pezzi preparato in precedenza) in un tegame di coccio con pareti alte e mettendovi dentro tanto olio d'oliva extravergine toscano. Aggiungete poi 3-4 mestoli del brodo denso di fagioli e verdure ben caldo e, sopra a questo (che si sarà mescolato con l'olio) diverse fettine di pane toscano raffermo tagliate fini, distese in modo ordinato sì da formare un suolo omogeneo di 4-5 cm. Ripetete l'operazione (escluso l'olio) con altrettanto brodo di verdure e fettine di pane una seconda volta, quindi ricoprite con altro brodo ancora badando che il livello della zuppa sia abbondantemente più basso dell'altezza dei bordi del tegame. Lasciate rinvenire per un'ora. Mettete il tegame a fuoco medio-basso, coperto, e fate riprendere il bollore, rimuovendo ogni tanto, con un mestolo di legno, da non lasciarlo attaccare sul fondo; occorreranno 5-6 minuti. Mescolate e l'insieme per amalgamare pane, olio e brodo di verdura il più possibile e cuocete a fuoco bassissimo per altri 3-4 minuti. Rimescolate con cura in modo da ottenere un impasto omogeneo tipo polenta piuttosto soda e continuate per circa 15 minuti. A questo punto alzate decisamente la fiamma in modo da accelerare il bollore, e rimescolate energicamente, facendo attenzione a non far bruciacchiare nulla. Indicativamente questa seconda parte di cottura può durare anche 30 minuti. Disponete la ribollita in capaci piatti rustici, irroratela di olio extravergine di oliva toscano e servire bollente accompagnata da un Chianti Colli Fiorentini.
. con una forchetta. Cuoceteli per pochi minuti in abbondante acqua salata e condite con burro fuso e parmigiano. Tempo di preparazione: circa 3 ore

DOLCI
Schiacciata alla fiorentina 
Ingredienti: 250 gr farina,  200 gr zucchero. 4 cucchiai olio di semi o arachidi.   7 cucchiai latte tiepido,  2 uova.  Il succo e la scorza grattugiata di un'aranci. 1 bustina di lievit0 · zucchero a velo
Preparazione: Sbattete le uova e mescolate tutti gli ingredienti tranne lo zucchero a velo, aggiungendo il lievito per ultimo. Otterrete una pastella abbastanza liquida. Versatela in una teglia rettangolare di 20x25 cm e in forno a 180°C per 20-30 minuti o fino a quando uno stuzzicadenti inserito nel centro del dolce non esca asciutto. Lasciate che la schiacciata si raffreddi, toglietela dalla teglia, e spolveratela di zucchero a velo.
Farcitura per Schiacciata alla Fiorentina
Ingredienti della Crema Pasticcera· 6 cucchiai di farina, 150 gr zucchero, 1 bacca di vaniglia (o 1 busta di vanillina),  i tuorli di 6 uova freschissime 500 ml latte intero  1 pizzico di sale
Preparazione: scaldate 375 ml del latte su fuoco lento con la vaniglia. frustate i tuorli, poi aggiungete la farina a pioggia da un colino, continuando a frustare dolcemente perché non si formino grumi. Aggiungete lo zucchero, il latte restante. Eliminate la bacca di vaniglia, e aggiungete il latte al composto di uova e zucchero, frustando con dolcezza. Versate la crema nel pentolino e rimettetela sul fuoco, scaldandola a fiamma bassa e girandola dolcemente fin quando non accenna a bollire. Contate fino a 120, girando dolcemente, ed è fatta. Versatela in una terrina e lasciatela freddare, girandola per evitare che si formi una pellicina in superficie. Quando schiacciata e crema saranno raffreddate, tagliate la schiacciata in due strati, stendete la crema sullo strato sottostante e ricoprite il tutto con lo strato superiore; quindi spolverate con zucchero a velo.

Poesie di Paola Capitani
Viaggiare
Senza meta e senza tempo
   per comunicare e confrontare
   ammirare e fuggire nuovamente
   alla ricerca di sensazioni
   per una fame di sapere
    e superare il monotono quotidiano.

Scarperia (agosto 2012)

Eleganza di stile
Sobrietà di linee
   cotto e pietra serena
   pochi guizzi architettonici
   essenziali e scarni
   un insieme che lascia muti
   per  quanto l’uomo ha realizzato
   senza tecnologia
   solo con arte e cultura
   e soprattutto il gusto del bello.

                                                          
           La realtà va reinventata ogni giorno
                    (Federico Fellini)
Cucchiaiata fiorentina  (marzo 2012)

Un panorama fiorente
    quella visione per pochi
    misteriosa e fantastica.
Languidamente distesa
   tra le colline
   abitate un tempo da etruschi e romani
   la città riposa in silenzio
   dove troneggiano i campanili e le torri,
   le cupole della sinagoga e della cattedrale.
 Un brano di storia tranquillo
    nelle ore pomeridiane
    giornata di primavera, fiori colorati
    occhieggiano complici
    dai bordi delle siepi.


            Chi non si muove non può rendersi conto
delle catene (Rosa Luxembourg)

Caccia medicea (Scarperia, 2012)

La neve avvolge i campi                 
  nel freddo pungente                                 
  i cani fiutano ingordi
  i cavalli inquieti
  nitriscono fremendo.
I cacciatori scrutano ogni piccolo movimento
   che sveli il bersaglio.
Tutto è fermo
    nel gelo dell’aria mattutina.
Lorenzo guida il manipolo
   dei giovani signori bramosi di preda.


        La fortuna non esiste.    Esiste il momento in cui il talento incontra l opportunità          Filosofo grecoa

Cucchiaiata fiorentina  (2012)
Visione per pochi
   misteriosa e fantastica.
   distesa tra le colline
   abitate da etruschi e romani.
La città riposa in silenzio,
    campanili e torri,
    cupole della sinagoga e della cattedrale.
Un brano di storia tranquillo
    nelle ore pomeridiane
    in una giornata di primavera
    dove i fiori colorati occhieggiano complici.

Religioni a confronto (2011)
Due cupole diverse, due civiltà differenti,
     apparse per magia alla finestra.
Nella imponente rotondità:
    una verde, ebraica, una rossa, cattolica,
    un saggio elegante Palazzo Vecchio,
    paciere nelle controversie di sempre,
    occasioni di confronto e comprensione.

Crespino sul Lamone (Mugello, 2011)
Alberi di cristallo, case ovattate,
    strade silenziose e complici,
    una colata di glassa.
Paesaggio nordico affascina per il silenzio,    
    atmosfera insolita,
    magiche visioni, colte dal treno in corsa.
Brani di panorami unici,
    il silenzio dona pace e serenità,
    a chi sa vedere oltre il gelo e la neve,
    e ammira rapito,visioni di sapore nordico.

Cortile del Bargello (2010)
Il violino implora con le sue note acute.
Il pianoforte profondo e accogliente
    stabilisce accordi e regole
    in un crescendo emozionante
    la calma segue la schermaglia amorosa
    gli accordi del piano sussurrano
    melodie romantiche
     alle quali il violino non sa resistere
     divincolandosi in scuse solo apparenti.
Un duetto di emozioni all’unisono
      vola per le volte del Bargello
      intrigando tra le mute statue,
      le pietre complici di arcani misfatti.
 
Non arrenderti mai per realizzare i tuoi desideri (Flavia Bevilacqua)

Scoppio del carro (Terrazza via Roma, 2009)
Il lento andare dei buoi,bianchi e massicci,
   dai languidi occhi enigmatici,
   coronati con fasci di fiori di campo,
   trascinano, flemmatici,
   il “brindellone”, maestoso e solido.
Il corteo, le chiarine, i tamburi
   accompagnano l’incedere delle contadine,
   fiere nei semplici abiti, verso il sagrato,
   dove gli sbandieratori accolgono i prelati
   dal Battistero entrano solenni in Cattedrale.
Al Gloria la colombina dall’altare al carro,
   incendiando girandole e mortaretti,
   in un bagliore di luci sfavillanti,
   colori e applausi e torna all’altare.
L’esito positivo annuncia prosperosi raccolti.
Immagini colte da una terrazza magica
    sui tetti, a un passo dai monumenti,
    a portata di occhi ingordi di emozioni.

Sinagoga fiorentina (2008)
Sirene, urla, pianti di bimbi,
    silenzio, angoscia, paura.
Attimi infiniti di vite stroncate,
    di desideri sopiti, illusioni bruciate.
Nel silenzio della sinagoga
    austera, solenne, accogliente, imponente,
    la vita oggi scorre serena
    augurando un domani migliore
    un’armonia di intenti
    la pace tra i popoli, nello stesso quartiere
    tra moschea e chiese cattoliche.

La creatività è qualcosa di sospeso che sboccia sempre tra il pensiero e un sogno (anonimo)

Dal Poggio Imperiale (2008)
Re e nobili, regine e cavalieri
   si scambiano convenevoli
   nei saloni del palazzo volano le note
   agili verso gli alti soffitti.
   tra stucchi e lampadari in intrecci musicali
   che dona pace e serenità.
Gli accordi studiati e le armonie composte
    per ascoltatori di ieri, a distanza di anni,
    un divertimento per chi ama musica e arte
    e in silenzio medita romantiche memorie.
Firenze è adagiata lungo il fiume
    dall’alto la sua maestosa visione
    che la contiene in un magico abbraccio.

Palazzo Strozzi (2008)
Passi felpati tra bracieri ardenti.
I cani riposano quieti
    sul pavimento del salone.
Giullari e menestrelli
    allietano le tavole imbandite
    di dame e cavalieri che si guardano
    con civetteria ammiccante.
Il fuoco nel camino spande profumo di legna.
Le fiamme illuminano la mensa.
Nostalgiche emozioni di un tempo che fu.
Se hai un sogno devi difenderlo

Forte Belvedere (2006)
La città riposa dopo la giornata lavorativa
  chiude le imposte sulla nottata.
Il Forte la protegge
    sopra i cipressi, i pini e gli ulivi.
Una paciosa luna piena guarda enigmatica
    la vallata ancora frenetica.
San Miniato brilla alla luce del tramonto
    un raggio di sole ormai debole
    fiammeggia sull’oro dei mosaici sacri.

Luci e ombre del mattino (2002)
Erano lì entrambi: imponenti, magici,
   dominanti sulla quieta e addormentata città.
Lui, il cupolone, gonfio e superbo
    per la sua aggraziata rotondità.
Lei, San Miniato, eterea e levigata,
    col suo elegante completo bianco e nero,
   signorile e femminile come sempre.
La luce elettrica nel buio del mattino
   fa risaltare le loro figure, solide e sobrie.
Improvvisamente l’uomo li ha oscurati,
    impaurito dalla elegante bellezza,
    dalla impareggiabile potenza.
Nel buio del mattino
    una sagoma della vitalità,
    una traccia indelebile della loro storia.

Tuffati nello stupore e nella meraviglia senza limiti, così potrai essere senza limiti (...)
Scosta le sbarre della prigione, sfonda i muri, evadi dalle definizioni. Respirerai.
(Ionesco “Il re muore”)

Ponte Vecchio (2001)
La luce rosata all'orizzonte
   fa risaltare una nuvola, adagiata mollemente
   sui tetti dei palazzi aristocratici.
Dal lato opposto il Ponte Vecchio
   decorato da luci sfavillanti.
Le arcate si riflettono nel fiume:
   specchio di vita quotidiana
   incorniciata in una inebriante serenità.

David (2000)                        
La tua acerba nudità,
   forte nella massiccia struttura,
   guizzante nel piglio del viso,
   tradisce una età adulta dalla mano,
   sproporzionata per la tua efebica testa.
Simbolo di maschia bellezza
    guardi dall’alto chi ti contempla estasiato,
    un’istintiva ammirazione nel tuo torace
    e nella piega dell’inguine.
Il tuo sguardo fiero avrebbe atterrito      
    chiunque, non solo Golia,
     colpito da quel gesto furbesco,
     infantile e rapido.

     Imparare è un’esperienza, il resto è solo    
       informazione (Albert Einstein)

Giardino Bargellini (2000)
L'aria è datata, storica, misteriosa:
    folletti, elfi, cavalieri, dame, giullari
    intrecciano danze e suonano carole.
Dalla bambuserie la testa bionda
   di una fata ammiccante, invita a giochi casti          
   in compagnia dei suoi amici stravaganti.
L'alta pianta, al centro del giardino,
    protegge con le complici fronde
    e ristora dal sole rovente o dalla pioggia.
Dal loggiato festoni di fiori multicolori
    inneggiano alla bellezza e alla grazia,
    tra le languide note del pianoforte.
Il campanile di Santa Croce elegante e austero   
    sopra l'intero complesso, guarda severo  
    la bava rossastra all'orizzonte.
 Una nuova giornata si è chiusa,
    un domani nuovo protetto da gesti violenti,
     dal portone ligneo, solido e massiccio.

      Ho paura solo di quello che non capisco   
      (De André)

Ponte Vecchio (1999)
La luce rosata all'orizzonte, una nuvola,
   sui tetti dei palazzi aristocratici.
   l'elegante Ponte Vecchio con luci sfavillanti,
   imponente nella sua struttura.
Le arcate geometriche riflessi nel fiume,
   scorre tranquillo: specchio quotidiano,
   incorniciato in una inebriante serenità.

Santa Croce (1999)
L'imponente cattedrale solida e slanciata
   verso la luna, che pare attenderla
   nei suoi spazi siderali.
La pietra semplice e fiera
   i marmi  bianchi e neri levigati dal tempo,
   coronati dallo svettante campanile.
Immagine concreta di sentimenti,
   di fede e di pietà, che ognuno sente
   a dispetto dei nuovi credi.

Insolite visioni (Porta Romana 1999)
Dalla grata una città diversa,
   uno spicchio di panorama
  dove in una manciata sono compresi
   torri, guglie, rotondità.
 Fotogramma che milioni di turisti
   in coda bramano vedere.
Sulle mura cittadine, ieri pesanti armature,
   alabarde luccicanti, oggi rumore di passi
   in silenzioso rispetto della storia.
Dalle feritoie, un tempo, olio e pece bollente
   oggi si ammirano immagini confuse
   colte da inusuali postazioni.
Il silenzio si coniuga con l'ambiente
    la città stordisce con il suo rumore
   qui ci si abbandona al tempo che fu,
   ad un semplice richiamo della fantasia.

 L’avaro contempla ciò che possiede, il saggio possiede ciò che contempla

Torre di Arnolfo (1998)
Elegante, austera, nella nebbia mattutina,
   come una donna coperta da un asciugamano
   quando esce dalla vasca da bagno,
   coperta solo di calda umidità.
Alta, la tua sagoma severa
   sopra gli edifici vicini, pace e tranquillità,
   sovrane nelle ore dei solitari insonni,
   dei romantici e degli eccentrici.
Solo noi conosciamo il fascino
    della complicità di strade e piazze deserte,     
    dove risuona il rumore dei passi,
    mentre i primi profumi volano nell'aria.

Alba fiorentina (1998)
La luna si aggrappa agli alberi della Costa  
    San Giorgio, ritarda la sua uscita di scena,
    mentre a est il sole infuoca l’orizzonte.
La città appare regale ed elegante,
   non deturpata dalla folla dei turisti,
   che rovinano i suoi perfetti lineamenti.
Una severa ed elegante aristocratica signora
    abbrutita da folle di predatori
    che spesso vedono banali oggetti.
Faccio sempre ciò che non so fare, perimparare come va fatta (Van Gogh)



Proverbi e aneddoti e detti toscani
A bocca chiusa non entrano mosche
A domandare si va a Roma
A ogni poeta manca un verso
Amicizia di grand'uomo e vino di fiasco, la mattina è buono e la sera è guasto
Anche la polvere, se la calpesti, si solleva
Bisognino fa trottar la vecchia
Un cane fisso, un amante volante


Chi di verde si veste di sua beltà si fida
Chi ha 30 un l’ha a 50 un l’aspetti
Chi la fa l’aspetti
Come il bucato della Maria Oliva che la ci metteva una pulce morta e la rilevava viva.
Come il cambrì non ha dritto né rovescio
Dalle querce non vengono castagne
Da Montelupo si vede Capraia, Dio crea i coglioni e poi l’appaia
Dico a te nuora per te suocera
L’esperienza serve come un pettine senza denti
Mangia il fumo alle candele
Non so se mi rigiro disse quello sdraiato sulla spalletta dell’Arno
Non so se mi spiego disse il giornale
Perché il coglion un se n’avvegga una calda e una fredda
Sarà meglio mettere le mani avanti disse quello che cadeva a bocconi
Si fa prima a saltarla che a girarci intorno
Tanto tuonò che piovve
Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino
Vendere il ghiaccio agli eschimesi
vedi libro – Storie in tavola  e Pellegino artusi

Glossario semiserio
Brache intese come chiacchiere
Brindellone
Cacastecchi
Cenci, dolce di frittelle per Carnevale note altrove come Chiacchiere, Sfrappole, ecc.
Ceppicone
Drusiana
Ganzo, Bravo, Valido
Gingillarmeggi, perrditempo
Mica            
Nesci .. che non capisce
Pinzochera. non maritata
Tentennabricchi, tentennone Non discutere mai con l’ignorante ci rimetterai


FIRENZE INSOLITA  PROGRAMMA DI VIAGGIO
Primo giorno
Mercato di Sant'Ambrogio molto caratteristica con il vicino mercato e la sinagoga.
Museo Bardini  Stefano Bardini (1836-1922), il più autorevole antiquario italiano che dopo anni di intensa attività commerciale, decise di trasformare la propria collezione in museo e di donarla al Comune di Firenze. Il palazzo, sede del museo, fu acquistato e ristrutturato dallo stesso Bardini nel 1881 per svolgere la propria attività antiquariale.
 zona di San Niccolò , un quartiere di Firenze che ha completamente conservato la sua atmosfera medievale: con le massicce mura del XIII secolo ancora intatte e le sue stradine acciottolate, questo assomiglia ad un piccolo borgo toscano, con i piccoli locali dove si può bere e sostare e dove sembra di essere tornati indietro nel tempo.
Santa Croce, con la grande piazza e la chiesa francescana, resa celebre per i Sepolcri del Foscolo e le memorie in essa contenuta.
 AQUA FLOR negozio di profumi in Borgo Santa Croce nel palazzo Antinori, che impiega materie prime naturali e rare  personalizzabili attraverso la scelta della fragranza, dell'odore a cui ciascuno di noi è legato, di saponi biologici, creme per la cura del corpo, bagni vegetali e sali da bagno. .

Secondo giorno
visita inizia con la facciata esterna Duomo guidati dal Prof. Giuseppe Conti, matematico che ha scritto delle recensioni sul Brunelleschi e sulle scoperte effettuate circa la realizzazione della cupola.
Palazzo Vecchio, e le sue stanze e corridoi segreti. Ponte Vecchio,  via Guicciardini, l' Oltrarno, la chiesa di Santa Felicita, anche quartiere caratteristico con fulcro nella piazza Santo Spirito e nell'omonima chiesa. Qui, nel cuore di San Frediano,
Museo degli Argenti a Palazzo Pitti, dove attraverso le stanze considerate il quartiere d'estate, destinate alle udienze granducali, potremo ammirare i tesori medicei.  via Maggio, Ponte Santa Trinita e via Tornabuoni, il salotto di Firenze , Palazzo Strozzi, uno dei più chiari esempi di dimora rinascimentale. 
Visita alla Cappella Rucellai, annesso al Museo Marino Marini.  via dell'Oriolo per gustare l'aperitivo presso la biblioteca delle Oblate. La Biblioteca delle Oblate è una biblioteca di pubblica lettura, inaugurata il 25 maggio 2007, nel centro di Firenze a pochi passi da Piazza Duomo, ospitata nel suggestivo ex-convento trecentesco delle Oblate dal quale trae la sua denominazione. La congregazione delle Oblate, operante nell'antistante ospedale di Santa Maria Nuova, era dedita all'assistenza delle malate e ad una serie di attività necessarie a tutte la struttura ospedaliera. Da qui godremo di una vista straordinaria della cupola del Duomo. 

Terzo giorno
Colazione in hotel. 
Mattinata dedicata alla visita di Fiesole, con l'antica città romana, l'area archeologica,il museo e la cittadina e  la caratteristica piazza e salita con panorama mozzafiato su Firenze.
Mercato di San Lorenzo,
Visita dello straordinario complesso di Santa Maria Novella, chiesa, chiostri e nuovi ambienti da poco riaperti. La conoscenza teologica dei domenicani fece si che qui si istituisse l'antica università dove studio' anche Dante Alighieri. Visiteremo anche la celebre farmacia , facente  parte del complesso , fondata nel 1612 , ancora attiva è considerata la più antica d'Europa. Celebre per i suoi profumi e prodotti come il famoso liquore Alchermes o il profumo per ambiente  fatto con le erbe toscane e i fiori dei nostri  prati. C'è anche un piccolo museo annesso con le antiche presse per seccare i fiori e le erbe medicinali. 

Altri itinerari

Cascine parco a nord di Firenze
Chiesa di Santa Maria Maddalena dei Pazzi
Cimitero degli Allori . Galluzzo
Ciminitero degli Inglesi Piazza Donatello              
Forte Belvedere
Giardino di Boboli
Istituto degli Innocenti
Istituto Geografico Militare
Museo archeologico
Museo Davanzati
Museo del Novecento
Museo Ferragamo
Museo Gucci
Museo Horne
Museo Zeffirelli
Palazzo Corsini
Palazzo Martelli – Via dei Conti
Palazzo Pittgi
Palazzo Pucci
Palazzo Strozzi
Piazzale Michelangelo
Specola
Teatro Comunale – Corso Italia
Teatro del Sale – via dei Macci
Teatro della Pergola . Via della Pergola
Teatro Niccolini – Via Ricasoli
Terrazza panoramica Istituto Innocenti . Piazza ss. Annunziata
Terrazza panoramica Rinascente . Piazza della Repubblica


 ristoranti consigliati: 

La casalinga in piazza S.Spirito
Cantina Allegri Borgo Alleghi
Gilda bistrot  Piazza Ghiberti
La pentola dell'oro, in via di mezzo
Rocco, Mercato di Santambrogio
Skipeer via Alfani
Trattoria Cesarino, via Niccolini


caffè
Giubbe Rosse – storico caffe letterario in piazza della Repubblica
Patzokski -, Piazza della Repubblica
Rivoire – Piazza Signoria
Robiglio – Via dei Servi
Scudieri . Piazza del Duomno
 Teatro Niccolini con bar, libreria e bagno al piano terreno
  e video con proiezioni sul Museo dell’Opera del Duomo
Paola Capitani – Giullari senza fissa dimora
    coordinati da Paola Capitani
Un gruppo di amici che da anni intrattengono il pubblico con scenette, canzoni, anenità per portare serenità e sorriso a che ne ha bisogno

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