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Visualizzazione dei post da settembre, 2015

Settembre andiamo...

“Il fine dell’arte inferiore è piacere, il fine dell’arte media è elevare,  il fine dell’arte  superiore è rendere liberi” (Fernando Pessoa) Ricominciano gli incontri presso le Residenze Assistite e a fine ottobre i Giullari e i menestrelli saranno presso l'Istituto di Montedomini Principe di Amabelek al Galluzzo, Come ormai è regola del gruppo ci saremo "Chi c'è c'è" con l'obiettivo di fare un pò di compagnia e di allegria a chi ne ha bisogno, ma soprattutto per sentirci utili e apprezzati, un sentimento sempre più raro in una società apparentemente comunicativa, Inoltre il 5 dicembre saremo alla Biblioteca delle Oblate per la presentazione dei libri Isolina di Paolo Minerva Visti da vicino di Paola Capitani stampati dalla Nuova Calducci di Marco Fantechi Visti da vicino. Incontri con personaggi illustri. Una carrellata di momenti intensi, scambi di idee, confronti, piacevoli chiacchierate, vite vissute,  progetti e scambi nei

Isolina di Paolo Minerva

Isolina Una storia, nella quale realtà e fantasia, ricordi reali e immaginari si miscelano equamente fino a creare un composto omogeneo di uno spaccato di vita insolita. Luoghi ed eventi più o meno noti ai fiorentini fanno da palcoscenico allo svolgersi della storia. Lo scenario richiama l’alluvione del 1966, l’inesorabile distruzione, ma anche la grinta tipicamente fiorentina di risorgere, in una contrapposizione millenaria di coesistenza tra l’uomo e la natura. Ma se la natura manifesta la sua rabbia distruggendo, l’uomo manifesta la sua energia determinata ricostruendo. In questo contesto s'inserisce la realtà di una piccola grande donna di una generazione passata, che ha provato le privazioni e gli stenti della guerra, ma che da essa ha saputo trarre la forza di reagire. L’amore incondizionato per la sua città, Firenze, e per la sua storia, che riemerge dalla memoria degli eventi che narra ad un adolescente di famiglia medio borghese. La realtà di una piccola gran

Non innamorarti di una donna che legge di Martha Rivera Garrido

Non innamorarti di una donna che legge di Martha Rivera Garrido Non innamorarti di una donna che legge, di una donna che sente troppo, di una donna che scrive… Non innamorarti di una donna colta, maga, delirante, pazza. Non innamorarti di una donna che pensa, che sa di sapere e che inoltre è capace di volare, di una donna che ha fede in se stessa. Non innamorarti di una donna che ride o piange mentre fa l’amore, che sa trasformare il suo spirito in carne e, ancor di più, di una donna che ama la poesia (sono loro le più pericolose),  o di una donna capace di restare mezz’ora davanti a un quadro o che non sa vivere senza la musica. Non innamorarti di una donna intensa, ludica, lucida, ribelle, irriverente. Che non ti capiti mai di innamorarti di una donna così. Perché quando ti innamori di una donna del genere, che rimanga con te oppure no, che ti ami o no, da una donna così, non si torna indietro. Mai.

barzellette 2 . Giullari e Menestrelli

Bambini blu in bus in America - Ogni mattina la maestra che accompagna i bambini della scuola elementare deve sempre calmare le risse che nascono tra bianchi e neri. Stanca dei litigi che si ripetono tutti i giorni una mattina dice: Basta da oggi non voglio più sentire questi problemi e queste discussioni. Da oggi siamo tutti uguali… va bene?? Siamo tutti blu…Capito?? Chiaro per tutti??? O via!!!!….Allora i  bambini blu scuro da quella parte e quelli blu chiaro da questa…   Bambini e domande imbarazzanti - a tavola: mamma, papà, tre figli e la nonna che sferruzza sulla poltrona. Uno dei bambini chiede: "mamma, come sono nato io?" La mamma,: "sai, un giorno è arrivata una bella e grande aquila e ha appoggiato te sulla finestra”La nonna continua a sferruzzare e alza un sopracciglio. il secondo bambino,incuriosito chiede "Ed io, come sono nato?" La mamma prosegue "Tu invece sei stato portato da un grande condor!" La nonna continua sempre a sferr

Romagna mia e barzellette in dialetto

Se tu mi amassi Romagna mia Sento la nostalgia d'un passato, dove la mamma mia ho lasciato. Non ti potrò scordar casetta mia, in questa notte stellata la mia serenata io canto per te. Romagna mia, Romagna in fiore, tu sei la stella, tu sei l'amore. Quando ti penso, vorrei tornare dalla mia bella al casolare. Romagna, Romagna mia, lontan da te non si può star!

La cavalla in napoletano e Come faccette mammeta

La Cavalla  (in napoletano) o Gennarino Portiere  (in napoletano) Come facette mammate Quanno mammeta t’ha fatta Quanno mammeta t’ha fatta Vuò sapé comme facette vuò sapé comme facette ?                                                Pe ‘mpastà stì ccarne belle… Pe ‘mpastà stì ccarne belle…. Tutto chello che mettette… Tutto chello che mettette                  Ciento rose ‘ncappucciate Dint’a martula mmiscate Latte e rrose, rose e latte Te facette ‘ncopp’ ‘o fatto Nun c’è bisogno ‘a zingara P’addivinà. Cuncè,             comme t’ha fatto mammeta o saccio meglio ‘e te e pè fa’ sta vocca bella, e pè fa sta vocca bella nun servette ‘a stessa ddosa… nun servette ‘a stessa ddosa…. Vuò sapé che ‘nce mettette? Vuò sapé che ‘nce mettette? Mo te dico tuttocosa  Mo te dico tuttocosa ‘nu panaro chino chino tutt’è fravule ‘e ciardino mele, zucchero e cannella te ‘mpastaie sta vocca bella… Nun c’è bisogno ‘a zingara P’addivinà. Cuncè,

Barzellette 1 - Giullari e Menestrelli

Barzellette E’ così basso che è l’ultimo a saperlo ….. L'autobus era così affollato che era in piedi anche l'autista Il reggiseno e'  strumento democratico  separa la destra dalla sinistra, solleva le masse e attira i popoli.   Era convinto di essere bisessuale perché faceva l'amore due volte al mese A mia suocera, che vive da sola, ho regalato un cane da guardia. Appena tenta di uscire la morde.   L'uomo è fatto di due parti, mente e corpo, solo che il corpo si diverte di più. A uno ho detto: "Tu camminerai", e dopo due giorni gli hanno fregato la macchina". Una volta dissi a mio padre che mi sentivo solo. Lui mi guardò e disse: "Chi sei?". Ho creduto che mio padre fosse muto fino a quando avevo otto anni. Poi mi ha chiesto il telecomando ADSL - Un tecnico Telecom bussa alla porta di una anziana. La voce dall'altra parte: Chi è? ..è Alice! Alice?!? Ma..lei è un uomo!!! Signora, ho l'ADSL! Oh, poverino Frocio e

stornelli . Giullari e Menestrelli

Stornelli Fior di mortella! L’incontro, la saluto e non mi parla  (2 volte) Lasciatela passar la pazzerella                         Colgo la rosa e lascio star la foglia.. ho tanta voglia di far l’amor con te... Fior di lupino Se tu la canti a me, la canti invano (2 volte) La canti dalla rabbia e dal veleno                         Colgo la rosa e lascio star la foglia.. ho tanta voglia di far l’amor con te... Fiorin di mela E della mela voi siete la rama (2 volte) E del mio cuor siete la catena                         Colgo la rosa e lascio star la foglia.. ho tanta voglia di far l’amor con te... Fiorin di pepe E m’ero innamorata di un abate (2 volte) Va’ a fatti benedir!! ... se fatto prete                         Colgo la rosa e lascio star la foglia.. ho tanta voglia di far l’amor con te... Fiorin di ceci       È tanto che tu bolli e mai non cuoci (2 volte) Da ora in là ci siamo belli intesi                         Colgo la rosa e lascio star l
L’amore è come l’ellera Quando nasceste voi nacque un giardino Di mille qualità c'erano i fiori Profumo si sentiva da lontano E specialmente odor di gelsomino.                   L'amore é come l'ellera dove s'attacca muore così così il mio core mi s'è attaccato a te L'amore è come l'ellera                    Dove s'attacca muore Così, così il mio core Mi s'è attaccato a te                   L'amore é come l'ellera dove s'attacca muore .... . Vieni bellezza mia si gioa a carte  Si giocherà ai gioco che so' io: si giocherà a briscola e a primiera e se ti manca un core ti do i' mio.                                          L'amore é come l'ellera dove s'attacca muore                   Se tu sapessi i' bene che ti voglio, faresti un focolino in mezzo al mare, faresti le girandole di foglio, l'acqua dei fiumi faresti fermare.                              L'amore é come

Le piccole cose di Stefano Benni - Giullari e Menestrelli

Stefano Benni – da Ballate (1991)         Le piccole cose che amo di te       quel tuo sorriso     un po' lontano       il gesto lento della mano       con cui mi carezzi i capelli       e dici: vorrei   averli anch'io così belli       e io dico: caro  sei un po'matto       e a letto    svegliarsi       col tuo respiro vicino       e sul comodino   il giornale della sera       la tua caffettiera    che canta, in cucina       l'odore di pipa    che fumi la mattina       il tuo profumo     un po' blasé       il tuo buffo gilet       le piccole cose   che amo di te       Quel tuo sorriso   strano       il gesto continuo della mano       con cui mi tocch i i capelli       e ripeti : vorrei       averli anch'io così belli       e io dico: caro  me l'hai già detto       e a letto    stare sveglia       sentendo il tuo res piro    un po' affannat o       e sul como dino      il bicarbonat o       la tua caf

sora Bice - Giullari e Menestrelli

Sora Bice di Donatella Petrini         Oh poerini….., sora Bice  venga via o icchè la dice? Icché dico badi lei se un sapessi un lo dire i La sapesse, ieri sera  ritornando dalla fiera, c’era i’ Nanni della Piera  che montava su i’ Gilera tutto ‘n ghingheri e forchetta  abbracciato all’Enrichetta      Oh poerini…., sora Bice  venga via o icchè la dice?ù   Icché dico??? Badi lei,  se un sapessi e un lo direi! Ero a chiuder le persiane  chi ti vedo giù co’i cane? quello strullo di’ Poggiali  che nascosto dagli occhiali d’esser visto ‘un si credea  smantrugiava con la Bea     Oh poerini sora Bice  venga via o icchè la dice?   Icché dico??? Badi lei, se un sapessi e un lo direi! Er’ a  casa a desinare  quando sento un gran bociare: brutto ‘nfame, delinquente  ohi, aiuto! chi mi sente? sai chi l’era a starnazzare?  la figliola di’ droghiere Oh poerini., sora Bice  venga via o icchè la dice? Icchè dico???  Badi lei,  se un sapessi e un lo direi! Vede, car

Fattoressa Generosa - Giullari e Menestrelli

La fattoressa generosa   Vicino alla Tenuta di Meleto v'era una fattoria detta del fico                                       Così la fattoressa ai villeggianti perché proprio nel mezzo di un boschetto                        che l’andavano spesso a visitare stendeva i rami, fin al tempo antico,                                soleva offrir le mele a tutti quanti un bel fico di grosse proporzioni                                      il fico non potendolo toccare che i suoi frutti davver parean poponi.                                                                                   Morto il fattore seguitò l'azienda                                    Eppoi diceva facendo il viso rosso: la fattoressa, un pezzo di matrona,                                “Scusate amici, vi do quello che posso” che coi suoi sottoposti era tremenda,                             “Ma che scusate, venga via signora…. ma con quegl'altri anche troppo bona