La fattoressa generosa
Vicino alla Tenuta di Meleto
v'era una fattoria detta del fico
Così la fattoressa ai villeggianti
perché proprio nel mezzo di un boschetto che l’andavano spesso a visitare
stendeva i rami, fin al tempo antico, soleva offrir le mele a tutti quanti
un bel fico di grosse proporzioni
il fico non potendolo toccare
che i suoi frutti davver parean poponi.
Morto il fattore seguitò l'azienda
Eppoi diceva facendo il viso rosso:
la fattoressa, un pezzo di matrona, “Scusate amici, vi do quello che posso”
che coi suoi sottoposti era tremenda, “Ma che scusate, venga via signora….
ma con quegl'altri anche troppo bona non le dica neppur certe parole….”
e per dimenticar la vedovanza
di giovani galanti empiea la stanza. Gridavan tutti: “Ne vogliamo ancora!”
“Sono squisite queste lazzeruole…..
Poi nell'estate alla stagion più mite e benedetto sia il fattor
Michele……
soleva radunarsi nel frutteto ….. che ci ha fatto gustar sì belle mele!”
"Ma guardate che fico! Che ne dite?"
diceva a tutti col suo fare lieto
Ma il fatto sta che a forza di assaggiare
E tutti con sincera ammirazione
il frutto a poco a poco si sciupò,
esclamavano in coro "che ficone!!" tutti i giorni l’andavano a bacchiare
così la fattoressa si trovò
"Questa pianta, durante il matrimonio col fico intatto, il giuro
rispettato,
gl'era i' frutto più caro ai mì marito ma con il melo tutto rovinato
ma da quando a me m'è morto l'omo
e un la tocco più neanche con un dito
..me ne rammento come fosse ora, poerino
mi fece fare a letto un giuramento
di dare a tutti olio pane e vino
ma che a nessuno fosse pure amico
avrei fatto gusta’ di questo fico”
E da quel giorno il giuro è rispettato,
e tutti sospiravano: “Che peccato!”
Però la fattoressa ci soffriva
nel vedere i suoi amici spasimare
e spesso tante volte si pentiva
di dovere quel giuro rispettare.
Allor pensò: per contentarli tutti
Mostrerò loro un po’ degli altri frutti.
Poco distante dalla pianta antica
C’era un bel melo che il fattor Michele
Gli aveva fatto crescere con tanta fatica,
certe belle mele, e poi lo diceva anche i’ sor Pievano:
belle così non le pappan nemmeno in Vaticano
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