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Poesie in viaggio . Firenze . da ebook Edida 2014

Viaggiare
Senza meta e senza tempo
per comunicare, confrontare
ammirare e fuggire nuovamente
alla ricerca di sensazioni
per una fame di sapere
e superare il monotono quotidiano.
     Nessuno può toglierti quello che hai ballato (proverbio argentino)

Firenze e Toscana
    a Fioretta Mazzei, insegnante e politica, laica e conoscitrice di anime

Cucchiaiata fiorentina  (2012)
Un panorama fiorente
quella visione per pochi
misteriosa e fantastica.
Languidamente distesa tra le colline
abitate un tempo da etruschi e romani
la città riposa in silenzio,
dove troneggiano i campanili e le torri,
le cupole della sinagoga e della cattedrale.
Un brano di storia tranquillo nelle ore pomeridiane
in una giornata di primavera
dove i fiori colorati
occhieggiano complici
dai bordi delle siepi.

Religioni a confronto (2011)
Due cupole diverse,
due civiltà differenti,
apparse per magia alla finestra.
Nella loro imponente rotondità:
una verde, quella ebraica,
e una rossa, cattolica,
accompagnate da un saggio
elegante Palazzo Vecchio,
un paciere nelle controversie
che si trascinano da sempre,
e che dovrebbero essere
occasioni di confronto e comprensione.

Crespino sul Lamone (Mugello, 2011)
Alberi di cristallo,
case ovattate,
strade silenziose e complici,
sotto una colata di glassa.
Paesaggio nordico che affascina per il silenzio,
atmosfera insolita,
magiche visioni,
colte dal treno in corsa.
Brani di panorami unici,
il silenzio dona pace e serenità,
a chi sa vedere oltre il gelo e la neve,
e ammira rapito,
visioni naturali di sapore nordico.

Cortile del Bargello (2010)
Il violino implora
con le sue note acute.
Il magico  pianoforte
profondo e accogliente
stabilisce accordi e regole.
In un crescendo emozionante
la calma segue
la schermaglia amorosa
e gli accordi del piano sussurrano
melodie romantiche
alle quali il violino non sa resistere
divincolandosi in scuse solo apparenti.
Un duetto di emozioni all’unisono
vola per le volte del Bargello
intrigando tra le mute statue,
le pietre complici
di arcani magici  misfatti.
 
Non arrenderti mai per realizzare i tuoi desideri (Flavia Bevilacqua)

Scoppio del carro (via Roma, 2009)
Il lento andare dei buoi,
bianchi e massicci,
dai languidi occhi enigmatici,
coronati con fasci di fiori di campo,
trascinano, flemmatici,
il “brindellone”, maestoso e solido.
Il corteo, le chiarine, i tamburi
accompagnano l’incedere delle contadine,
fiere nei semplici abiti,
verso il sagrato,
dove gli sbandieratori
accolgono i prelati
che dal Battistero entrano solenni
nella Cattedrale.
Al Gloria la colombina
vola dall’altare maggiore al carro,
incendiando girandole e mortaretti,
in un bagliore di luci sfavillanti,
di colori e di applausi
e torna all’altare maggiore.
L’esito positivo annuncia
prosperosi raccolti.
Immagini colte da una terrazza magica
sui tetti di Firenze,
a un passo dai monumenti,
a portata di mani e di occhi
ingorde di emozioni.

Sinagoga fiorentina (2008)
Sirene, urla,
pianti di bimbi,
silenzio, angoscia, paura.
Attimi infiniti di vite stroncate,
di desideri sopiti, di illusioni bruciate per sempre.
Nel silenzio della sinagoga
austera, solenne, accogliente, imponente,
la vita oggi scorre serena
augurando un domani migliore
un’armonia di intenti
la pace tra i popoli,
nello stesso quartiere
dove si trovano diverse religioni.
La creatività è qualcosa di sospeso che sboccia sempre tra il pensiero e un sogno (anonimo)

Dal Poggio Imperiale (2008)
Re e nobili, regine e cavalieri
si sono scambiati convenevoli
nei saloni del palazzo
dove oggi volano le note
agili verso gli alti soffitti.
tra gli stucchi e i lampadari
in un intreccio musicale
che dona pace e serenità.
Gli accordi studiati e le armonie composte
per ascoltatori di ieri sono ancora, a distanza di anni,
un divertimento per chi ama la musica e l’arte
e in silenzio medita romantiche memorie.
Firenze è adagiata lungo il fiume
dall’alto si domina
la sua maestosa visione che la contiene
in un magico abbraccio.

Palazzo Strozzi (2008)
Passi felpati tra bracieri ardenti.
I cani riposano quieti
sul pavimento del salone.
Giullari e menestrelli
allietano le tavole imbandite
di dame e cavalieri
che si guardano con civetteria ammiccante.
Il fuoco scoppietta nel camino
spandendo profumo di legna bruciata.
Le fiamme guizzano illuminando la mensa.
Uno spaccato che evoca
nostalgiche emozioni di un tempo che fu.        Se hai un sogno devi difenderlo

Forte Belvedere (2006)
La città riposa
dopo la giornata lavorativa
si prepara a chiudere le imposte sulla nuova nottata.
Il Forte la protegge
sopra i cipressi, i pini e gli ulivi.
Una paciosa luna piena
guardia enigmatica
verso la vallata ancora frenetica.
San Miniato brilla
alla luce del tramonto
e un raggio di sole ormai debole
fiammeggia sull’oro dei mosaici sacri.

Luci e ombre del mattino (2002)
Erano lì entrambi:
imponenti, magici, dominanti sulla quieta
e addormentata città.
Lui, il cupolone,
gonfio e superbo per la sua aggraziata rotondità.
Lei, San Miniato, eterea e levigata,
col suo elegante completo bianco e nero,
signorile e femminile come sempre.
La luce elettrica nel buio del mattino
fa risaltare le loro figure,
solide e morbide, sobrie.
Improvvisamente l’uomo li ha oscurati,
impaurito dalla elegante bellezza, o preoccupato
dalla impareggiabile potenza.
Nel buio del mattino
una sagoma della loro vitalità,
una traccia indelebile
della loro storia.

Tuffati nello stupore e nella meraviglia senza limiti, così potrai essere senza limiti (...)
Scosta le sbarre della prigione, sfonda i muri, evadi dalle definizioni. Respirerai.
(Ionesco “Il re muore”)
Ponte Vecchio (2001)
La luce rosata all'orizzonte
fa risaltare una lunga nuvola,
adagiata mollemente
sui tetti dei palazzi aristocratici.
Dal lato opposto lo sguardo è attirato
dall'elegante sagoma del Ponte Vecchio
decorato da luci sfavillanti.
Le arcate si riflettono nel fiume
che scorre tranquillo:
specchio di una vita quotidiana
incorniciata in una inebriante serenità.

David (2000)                        
La tua acerba nudità,
forte nella massiccia struttura,
guizzante nel piglio determinato del viso,
tradisce una età adulta dalla mano,
troppo matura per te,
sproporzionata per la tua efebica testa.
Simbolo universale di maschia bellezza
guardi fiero dall’alto
chi ti contempla estasiato,
mentre un’istintiva ammirazione
si perde nel tuo possente torace
e nella piega dell’inguine.
Il tuo sguardo fiero
avrebbe atterrito chiunque,
non solo Golia,
colpito da quel gesto furbesco,
infantile e rapido
Imparare è un’esperienza, il resto è solo informazione (Albert Einstein)

Giardino Bargellini (2000)
L'aria è datata, storica, misteriosa:
folletti, elfi, cavalieri,
dame, giullari
intrecciano danze e suonano carole.
Dalla bambuserie spunta la testa bionda
di una fata ammiccante,
che invita a giochi casti e innocenti,
in compagnia dei suoi amici stravaganti.
L'alta pianta, al centro del giardino,
protegge con le sue complici fronde
e ristora dal sole rovente
o dalla pioggia battente dell'inverno.
Dal loggiato pendono festoni di fiori multicolori
per inneggiare alla bellezza e alla grazia,
le languide note del pianoforte
si mescolano in uno struggente motivo.
Il campanile di Santa Croce svetta elegante
e austero sopra l'intero complesso,
guardando severo e compiaciuto
quella bava rossastra che,
luminescente, dilegua all'orizzonte
Una nuova giornata si è chiusa,
preparando un domani diverso, nuovo
solo se si coglie il messaggio subliminale
che la natura ci dà
destinato ad attente orecchie,
che gustano la sinfonia del creato,
protetto da gesti violenti e dissacranti,
dal portone ligneo, solido e massiccio
Ho paura solo di quello che non capisco
 (De André)
Santa Croce (1999)
L'imponente cattedrale
si staglia solida e slanciata
verso la luna,
che pare attenderla
nei suoi spazi siderali.
La pietra semplice e fiera
fa da contrappunto
ai bianchi e neri marmi
levigati dal tempo,
coronati dallo svettante campanile.
Immagine concreta di sentimenti,
di fede e di pietà,
che ognuno sente crescere
a dispetto dei nuovi credi.


Insolite visioni (Porta Romana 1999)
Dalla grata una città diversa,
uno spicchio di panorama
dove in una manciata sono compresi
torri, guglie, rotondità.
In un fotogramma
ciò che milioni di turisti si affannano in coda
a bramare di vedere.
Sulle mura cittadine,
un tempo pesanti armature e alabarde luccicanti,
ora solo il rumore di passi
in silenzioso rispetto della storia.
Dalle feritoie, un tempo, olio e pece bollente
oggi si ammirano immagini colte da inusuali postazioni.
Il silenzio si coniuga con l'ambiente
e mentre la città stordisce con il suo rumore
qui ci si abbandona al tempo che fu,
alle immagini che si compongono,
ad un semplice richiamo della fantasia.
decorato da luci sfavillanti,
e imponente nella sua struttura.
Le arcate geometriche si riflettono nel fiume,
che scorre tranquillo:
specchio di una vita quotidiana, incorniciata in una inebriante serenità. 
       L’avaro contempla ciò che possiede, il saggio possiede ciò che contempla

Torre di Arnolfo (1998)
Elegante, austera,
nella nebbia mattutina,
come una donna coperta da un asciugamano
quando esce dalla vasca da bagno,
coperta solo di calda umidità.
Sembravi alta, più di quello che sei,
e la tua sagoma severa
si erge sopra gli edifici vicini,
quasi a proteggere la pace
e la tranquillità,
sovrane nelle ore dei solitari insonni,
dei romantici e degli eccentrici.
Solo noi conosciamo il fascino
dell’intima complicità che avvolge le strade
e le piazze ancora deserte,
dove risuona amichevole
il rumore dei passi sull’acciottolato,
mentre i primi profumi
si rincorrono veloci nell'aria.

Alba fiorentina (1998)
La luna ancora si aggrappa
agli alberi della Costa San Giorgio,
per ritardare la sua uscita di scena,
mentre a est il sole infuoca l’orizzonte.
La città appare nella sua regale
ed elegante presenza,
non deturpata dalla folla dei turisti,
che rovinano i suoi perfetti lineamenti.
Una severa ed elegante aristocratica signora
abbrutita da folle
di schiamazzanti predatori
che nulla vedono se non
banali e mercificati oggetti.
                    Faccio sempre ciò che non so fare, per imparare come va fatta (Van Gogh)


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