Viaggiare
Senza
meta e
senza tempo
per
comunicare, confrontare
ammirare
e fuggire nuovamente
alla
ricerca di sensazioni
per
una fame di sapere
e
superare il monotono quotidiano.
Nessuno può
toglierti quello che hai ballato (proverbio argentino)
Firenze e Toscana
a Fioretta
Mazzei, insegnante e politica, laica e conoscitrice di anime
Cucchiaiata fiorentina (2012)
Un
panorama fiorente
quella
visione per pochi
misteriosa
e fantastica.
Languidamente
distesa tra le colline
abitate
un tempo da etruschi e romani
la
città riposa in silenzio,
dove
troneggiano i campanili e le torri,
le
cupole della sinagoga e della cattedrale.
Un
brano di storia tranquillo nelle
ore pomeridiane
in
una giornata di primavera
dove
i fiori colorati
occhieggiano
complici
dai
bordi delle siepi.
Religioni a confronto (2011)
Due
cupole diverse,
due
civiltà differenti,
apparse
per magia alla finestra.
Nella
loro imponente rotondità:
una
verde, quella ebraica,
e
una rossa, cattolica,
accompagnate
da un saggio
elegante
Palazzo Vecchio,
un
paciere nelle controversie
che
si trascinano da sempre,
e
che dovrebbero essere
occasioni
di confronto e comprensione.
Crespino sul Lamone (Mugello, 2011)
Alberi
di cristallo,
case
ovattate,
strade
silenziose e complici,
sotto
una colata di glassa.
Paesaggio
nordico che affascina per il silenzio,
atmosfera
insolita,
magiche
visioni,
colte
dal treno in corsa.
Brani
di panorami unici,
il
silenzio dona pace e serenità,
a
chi sa vedere oltre il gelo e la neve,
e
ammira rapito,
visioni
naturali di sapore nordico.
Cortile del Bargello (2010)
Il
violino implora
con
le sue note acute.
Il
magico pianoforte
profondo
e accogliente
stabilisce
accordi e regole.
In
un crescendo emozionante
la
calma segue
la
schermaglia amorosa
e
gli accordi del piano sussurrano
melodie
romantiche
alle
quali il violino non sa resistere
divincolandosi
in scuse solo apparenti.
Un
duetto di emozioni all’unisono
vola
per le volte del Bargello
intrigando
tra le mute statue,
le
pietre complici
di
arcani magici misfatti.
Non arrenderti mai per realizzare i tuoi
desideri
(Flavia Bevilacqua)
Scoppio del carro (via Roma, 2009)
Il
lento andare dei buoi,
bianchi
e massicci,
dai
languidi occhi enigmatici,
coronati
con fasci di fiori di campo,
trascinano,
flemmatici,
il
“brindellone”, maestoso e solido.
Il
corteo, le chiarine, i tamburi
accompagnano
l’incedere delle contadine,
fiere
nei semplici abiti,
verso
il sagrato,
dove
gli sbandieratori
accolgono
i prelati
che
dal Battistero entrano solenni
nella
Cattedrale.
Al
Gloria la colombina
vola
dall’altare maggiore al carro,
incendiando
girandole e mortaretti,
in
un bagliore di luci sfavillanti,
di
colori e di applausi
e
torna all’altare maggiore.
L’esito
positivo annuncia
prosperosi
raccolti.
Immagini
colte da una terrazza magica
sui
tetti di Firenze,
a
un passo dai monumenti,
ingorde
di emozioni.
Sinagoga fiorentina (2008)
Sirene,
urla,
pianti
di bimbi,
silenzio,
angoscia, paura.
Attimi
infiniti di
vite stroncate,
di
desideri sopiti, di
illusioni bruciate per sempre.
Nel
silenzio della sinagoga
austera,
solenne, accogliente,
imponente,
la
vita oggi scorre serena
augurando
un domani migliore
un’armonia
di intenti
la
pace tra i popoli,
nello
stesso quartiere
dove
si trovano diverse religioni.
La creatività è
qualcosa di sospeso che sboccia sempre tra il pensiero e un sogno (anonimo)
Dal Poggio Imperiale (2008)
Re
e nobili, regine e cavalieri
si
sono scambiati convenevoli
nei
saloni del palazzo
dove
oggi volano le note
agili
verso gli alti soffitti.
tra
gli stucchi e i lampadari
in
un intreccio musicale
che
dona pace e serenità.
Gli
accordi studiati e
le armonie composte
per
ascoltatori di ieri sono
ancora, a distanza di anni,
un
divertimento per chi ama la musica e l’arte
e
in silenzio medita romantiche memorie.
Firenze
è adagiata lungo il fiume
dall’alto
si domina
la
sua maestosa visione che
la contiene
in
un magico abbraccio.
Palazzo Strozzi (2008)
Passi
felpati tra
bracieri ardenti.
I
cani riposano quieti
sul
pavimento del salone.
Giullari
e menestrelli
allietano
le tavole imbandite
di
dame e cavalieri
che
si guardano con
civetteria ammiccante.
Il
fuoco scoppietta nel camino
spandendo
profumo di legna bruciata.
Le
fiamme guizzano illuminando
la mensa.
Uno
spaccato che evoca
nostalgiche
emozioni di
un tempo che fu. Se hai un sogno devi difenderlo
Forte
Belvedere
(2006)
La città riposa
dopo
la giornata lavorativa
si
prepara a chiudere le imposte sulla
nuova nottata.
Il
Forte la protegge
sopra
i cipressi, i pini e gli ulivi.
Una
paciosa luna piena
guardia
enigmatica
verso
la vallata ancora frenetica.
San
Miniato brilla
alla
luce del tramonto
e
un raggio di sole ormai debole
fiammeggia
sull’oro dei mosaici sacri.
Luci
e ombre del mattino
(2002)
Erano
lì entrambi:
imponenti,
magici, dominanti
sulla quieta
e
addormentata città.
Lui,
il cupolone,
gonfio
e superbo per
la sua aggraziata rotondità.
Lei,
San Miniato, eterea e levigata,
col
suo elegante completo bianco e nero,
signorile
e femminile come
sempre.
La
luce elettrica nel buio del mattino
fa
risaltare le loro figure,
solide
e morbide, sobrie.
Improvvisamente
l’uomo li ha oscurati,
impaurito dalla elegante bellezza, o
preoccupato
dalla
impareggiabile potenza.
Nel
buio del mattino
una
sagoma della loro vitalità,
una
traccia indelebile
della
loro storia.
Tuffati nello
stupore e nella meraviglia senza limiti, così potrai essere senza limiti (...)
Scosta le sbarre
della prigione, sfonda i muri, evadi dalle definizioni. Respirerai.
(Ionesco “Il re muore”)
Ponte Vecchio (2001)
La
luce rosata all'orizzonte
fa
risaltare una lunga nuvola,
adagiata
mollemente
sui
tetti dei palazzi aristocratici.
Dal
lato opposto lo sguardo è attirato
dall'elegante
sagoma del Ponte Vecchio
decorato
da luci sfavillanti.
Le
arcate si riflettono nel fiume
che
scorre tranquillo:
specchio
di una vita quotidiana
incorniciata
in una inebriante serenità.
David (2000)
La tua acerba nudità,
forte nella massiccia struttura,
guizzante
nel piglio determinato del viso,
tradisce
una età adulta dalla mano,
troppo
matura per te,
sproporzionata
per la tua efebica testa.
Simbolo
universale di maschia bellezza
guardi
fiero dall’alto
chi
ti contempla estasiato,
mentre
un’istintiva ammirazione
si
perde nel tuo possente torace
e
nella piega dell’inguine.
Il tuo sguardo fiero
avrebbe atterrito chiunque,
non solo Golia,
colpito
da quel gesto furbesco,
infantile
e rapido
Imparare
è un’esperienza, il resto è solo informazione (Albert Einstein)
Giardino
Bargellini (2000)
L'aria
è datata, storica, misteriosa:
folletti,
elfi, cavalieri,
dame,
giullari
intrecciano
danze e suonano carole.
Dalla
bambuserie spunta la testa bionda
di
una fata ammiccante,
che
invita a giochi casti e innocenti,
in
compagnia dei suoi amici stravaganti.
L'alta
pianta, al centro del giardino,
protegge
con le sue complici fronde
e
ristora dal sole rovente
o
dalla pioggia battente dell'inverno.
Dal
loggiato pendono festoni di fiori multicolori
per
inneggiare alla bellezza e alla grazia,
le
languide note del pianoforte
si
mescolano in uno struggente motivo.
Il
campanile di Santa Croce svetta elegante
e
austero sopra l'intero complesso,
guardando
severo e compiaciuto
quella
bava rossastra che,
luminescente,
dilegua all'orizzonte
Una
nuova giornata si è chiusa,
preparando
un domani diverso, nuovo
solo
se si coglie il messaggio subliminale
che
la natura ci dà
destinato
ad attente orecchie,
che
gustano la sinfonia del creato,
protetto
da gesti violenti e dissacranti,
dal
portone ligneo, solido e massiccio
Ho
paura solo di quello che non capisco
(De André)
Santa Croce (1999)
L'imponente
cattedrale
si
staglia solida e slanciata
verso
la luna,
che
pare attenderla
nei
suoi spazi siderali.
La
pietra semplice e fiera
fa
da contrappunto
ai
bianchi e neri marmi
levigati
dal tempo,
coronati
dallo svettante campanile.
Immagine
concreta di sentimenti,
di
fede e di pietà,
che
ognuno sente crescere
a
dispetto dei nuovi credi.
Insolite visioni
(Porta
Romana 1999)
Dalla
grata una città diversa,
uno
spicchio di panorama
dove
in una manciata sono
compresi
torri,
guglie, rotondità.
In
un fotogramma
ciò
che milioni di turisti si
affannano in coda
a
bramare di vedere.
Sulle
mura cittadine,
un
tempo pesanti armature e
alabarde luccicanti,
ora
solo il rumore di passi
in
silenzioso rispetto della storia.
Dalle
feritoie, un tempo, olio e pece bollente
oggi
si ammirano immagini colte
da inusuali postazioni.
Il
silenzio si coniuga con l'ambiente
e
mentre la città stordisce con il suo rumore
qui
ci si abbandona al tempo che fu,
alle
immagini che si compongono,
ad
un semplice richiamo della fantasia.
decorato
da luci sfavillanti,
e
imponente nella sua struttura.
Le
arcate geometriche si
riflettono nel fiume,
che
scorre tranquillo:
specchio
di una vita quotidiana, incorniciata
in una inebriante serenità.
L’avaro contempla ciò che possiede, il saggio possiede ciò che contempla
L’avaro contempla ciò che possiede, il saggio possiede ciò che contempla
Torre di Arnolfo (1998)
Elegante, austera,
nella nebbia mattutina,
come
una donna coperta
da un asciugamano
quando
esce dalla vasca da bagno,
coperta
solo di calda umidità.
Sembravi
alta, più di quello che sei,
e
la tua sagoma severa
si
erge sopra gli edifici vicini,
quasi
a proteggere la pace
e
la tranquillità,
sovrane
nelle ore dei solitari insonni,
dei
romantici e degli eccentrici.
Solo
noi conosciamo il fascino
dell’intima
complicità che
avvolge le strade
e
le piazze ancora deserte,
dove
risuona amichevole
il
rumore dei passi sull’acciottolato,
mentre
i primi profumi
si
rincorrono veloci nell'aria.
Alba fiorentina (1998)
La luna ancora si aggrappa
agli alberi della Costa San
Giorgio,
per ritardare la sua uscita di
scena,
mentre a est il sole infuoca
l’orizzonte.
La città appare nella sua regale
ed elegante presenza,
non deturpata dalla folla dei
turisti,
che rovinano i suoi perfetti
lineamenti.
Una
severa ed elegante aristocratica signora
abbrutita
da folle
di
schiamazzanti predatori
che
nulla vedono se non
banali
e mercificati oggetti.
Faccio sempre
ciò che non so fare, per imparare come va fatta (Van Gogh)
Commenti
Posta un commento